Benedette manine…

Avevo in canna un post di quelli pesanti, di quelli che su un blog ci stanno quasi stretti, di quelli che fanno storgere un po’ il naso ai più.

Dovrete aspettare, così come dovranno aspettare le bozze di articoli più o meno leggeri che ho in canna da un po’.  Dovrete aspettare perchè oggi è arrivata una esperienza di quelle emotivamente forti, che non può attendere prima di essere raccontata.

Immaginate di rivedere dopo tanti anni una persona che vi è stata nel cuore, e vi ci è stata qualcosa come sedici anni fa. Immaginate di ritrovarsi dopo sedici anni a sorridersi, guardandosi da altitudini diverse, da vissuti diversi,  ma uniti da un filo profondo che ha tanti nomi e tanti colori, uno dei quali è “rispetto”.

Per farla breve, oggi l’ho vista. Io, lei, i suoi amici e soprattutto sua figlia.

Per chi ha letto “Chi e Perchè“, è chiaro a tutti che la paternità rientra tra i miei desideri. Quello che non è chiaro a tutti, ma solo a chi mi conosce, è che io con i bambini non ci so fare. Mi imbarazzano, sono straconvinto di non saperli trattare, spesso mi mettono a disagio. Poi, per carità, magari se lo faccio io è un conto, ma i bambini degli altri… sono, giustappunto, degli altri.

Però, sapete anche questo, io sono una coppa vuota. Il che vuol dire che parto, perchè ritrovarsi a quel modo dopo tanto tempo è un dono di tutti i cieli, e il mio imbarazzo non deve fermare la mia vita. Vado li’, faccio due parole con la mamma, conosco le sue amiche che in fondo in fondo non si sa mai e dopo che ho salutato prendo e me ne vado.

Sbagliato. Fottutamente sbagliato.

Sbagliato perchè quella frugoletta ha deciso che le piacevo, mi ha preso per mano tutto il pomeriggio, e guardato con due occhi che mi hanno letteralmente liquefatto. Ho scoperto sulla mia pelle, come un brivido, che tutte le paranoie che mi ero fatto sui bimbi piccoli erano solo e soltanto masturbazioni delle mie povere meningi, e che la sintonia, quando c’è, c’è ed è un bene prezioso da conservare. Ho scoperto sul mio cuore cosa vuol dire lo sguardo di un bambino che ti dice, con gli occhi, “guarda, tu mi piaci e io mi fido di te”. Dieci, cento, mille volte meglio di quello di qualsiasi donna: ti dona una forza immensa, ti fa sentire profondamente uomo, profondamente vivo, FORTE. Grande. E tutto questo solo perchè due occhietti ti stanno donando il loro affetto in modo assolutamente incondizionato, solo perchè ti guardano in un modo che ogni adulto ha dimenticato.

Morale? Quella che era originariamente una visita fatta per rivedere una persona e conoscerne di nuove, una cosa da esaurirsi a breve… beh, è diventata tutt’altro. E non me ne sarei andato via più, proprio più, se non altro per quella manina deliziosamente tiepida che mi cercava in un viale a mare battuto dal maestrale e mi portava in giro, “tirando come un dobermann”, come ho avuto da osservare sul momento.

Che grande lezione, oggi.

Venenum in cauda… un pensiero per quella donna che si è presa i migliori otto anni della mia vita, otto anni per decidere che non ero l’uomo per lei, otto anni in cui avrei potuto vivere mille momenti come questo per cui in realtà ero pronto. La donna che mi ha rubato tutto questo.

 

BASTARDA

 

spero che tu possa marcire in eterno nell’inferno delle nane emotivamente aride come te. Perchè mi hai rubato tutto questo? perchè?

Benedetto calcio

Sto maturando una teoria alternativa sulla singletudine: devo ancora condurre verifiche empiriche, ma è statisticamente significativo come le donne cerchino un uomo di cui si possano lamentare con le amiche. Altrimenti non è un uomo interessante.

Uno degli argomenti principe di cui le donne si lamentano circa i propri uomini è “il pallone”: ‘sti benedetti uomini hanno sempre il pallone per la testa. Io di pallone ci capisco una cippa, o cippettina, per cui di me si devono lamentare di qualcosa d’altro, e oggettivamente ci vuol fatica.

Ed ecco cosa mi è capitato stasera in palestra. Io (al solito in corsivo) e tre colleghi di palestra (CP1, CP2, CP3). Colleghi sposatissimi,  qualcuno padre di famiglia. Scena, lo spogliatoio:

CP1: Certo però questa Fiorentina non possono certo continuare a rubarci le partite così…
CP2: si, ma vedrai ora che Della Valle vende, tanto gli arbitri ci facevano perdere perchè le multinazionali del caffè ce l’avevano con lui e…
CP3: si, ma intanto la juve rischia di non andare in europa league, vuoi mettere l’umiliazione?

“Scusate ragazzi, abbiate pazienza se non partecipo alla conversazione, ma visto che siamo in uno spogliatoio degli uomini, si potrebbe parlare un pochino di topa?”

CP1: Eh, già, la topa…
CP2: uh… la topa…
CP3: ah, la topa, giusto…

CP1: …
CP2: …
CP3: …

CP1: ma a proposito di topa, avete visto ieri sera ballottelli che quando ha segnato milito non ha nemmeno esultato?
CP2: davvero, diobono, sembrava quasi milanista, aveva il broncio!
CP3: è una vergogna, con tutti i soldi che piglia!

Ci rinuncio. La mia stirpe morirà con me. Qui se non imparo “il pallone”, mi sa che non mi riproduco.