Natale in anticipo

Assemblea di condominio.

Vicina di appartamento, giovane carina e single pure lei, che mi si avvicina (in quanto giovane e carina, mediamente, mi degna di un saluto o poco più) e mi rivolge la parola.

“Senti sa30a, posso chiederti un favore?”
“Certo, dimmi pure”
“Ecco, tra qualche giorno vengono otto mie amiche da tutta italia e facciamo una festa a casa mia… ti secca se facciamo un po’ di rumore? perchè sai, ci ritroviamo una volta all’anno ma tendiamo a fare un po’ le sciocchine quel giorno…”

Credo di averla spaventata perchè ho assunto immediatamente l’espressione da lupo mannaro in servizio attivo, e ci ho messo qualche secondo prima di riprendermi.

“No, ma scherzi, che vuoi che sia se fai un po’ più di casino del normale… anzi, se ti senti a disagio perchè loro fanno rumore, puoi dir loro una cosa”
“ossia?”
“che accanto hai un vicino di casa single, brutto e cattivo e con la tendenza a sculacciare le ragazzacce”

Beh, almeno l’ho fatta ridere.

Mi portano otto ragazze in vena di far festa praticamente a domicilio. Età media tra i 25 e i 30. Ditemelo allora che il nuovo Natale cade a Febbraio, e che diamine! Tanto lo so, ci scommetto le chiavi della moto che ancora non ho comprato, che non ne trombo neanche una. Però il sogno erotico di irrompere in casa di otto ragazze ad “arma sguainata” gridando con fare truculento “forza, chi è la prima?” lasciatemelo, vi prego. E’ Natale e a Natale sognare non costa nulla, no?

Pensiero Laterale

…no, non mi sono messo a studiare psicologia. Per quello vi rimando al carinissimo blog di Dante, che è psicologo, difatti fa il commesso.

No, semplicemente mi sono tediato di parlar della mia situazione medica e faccio uno dei miei classici post “a due puntate”.

Si definisce Pensiero Verticale (PV) una tecnica di soluzione che dato un problema X, lo risolve mediante logica e applicazioni di conoscenze nel dominio X, tale che A appartiene ad X.

Il flusso è semplice: Problema -> (logica, conoscenze) -> Soluzione.

Cosa succede? succede talvolta che con la tecnica del PV non ce la facciamo. Non ci basta la logica (e la logica non è strumento per tutti) o non ci bastano le conoscenze, che sono insufficienti per il problema. Quando uno dei due elementi non basta, non si arriva alla soluzione del problema, in quanto il flusso diventa Problema -> (logica, conoscenze) -> Stallo.

Ora, finchè Stallo si risolve con una alzata di spalle e un “boh”, ci importa il giusto. Quando Stallo invece si risolve a nostro svantaggio, ci girano i tenerini. Immaginiamo la seguente situazione:

Un re brutto & crudele vi rapisce e vi vuole in sposa. Vi tiene prigioniera nel suo castello, ma non può semplicemente sposarvi “perché si”. La cosa deve quindi avere una parvenza di legalità. Vi porta in piazza della capitale, vi dà in mano un sacchetto. “Questo sacchetto contiene un sassolino chiaro e uno scuro” – vi dice – “se estrarrete il sassolino chiaro, vi sposerò. Se estrarrete il sassolino scuro, sarete libera“. Solo che lì, di fronte all’intero regno, vi accorgete con orrore che il sacchetto contiene due sassolini bianchi. Non potete di certo sputtanare il re di fronte al popolo: verreste linciate. Cosa fate?

In un caso come questo il pensiero verticale è alla corda, e la principessa è spacciata. Occorre un nuovo strumento, che chiamiamo Pensiero Laterale:

Si definisce Pensiero Laterale (PL) la tecnica che raggiunge la soluzione del problema A appartenente al dominio X utilizzando logica e conoscenze sul dominio Y, tale che A non appartiene ad Y, per poi riportarlo su X.

La principessa quindi estrae un sassolino, e prima di schiudere la mano al popolo lo lascia distrattamente cadere. Il sassolino rotola sul selciato della piazza gremita. “Uh, che sbadata” – commenta la principessa – “sarà l’emozione, maestà, ma mi è caduto. Non vi preoccupate: dal colore di quello che è rimasto capiremo quale ho estratto, no?”

La principessa ha brillantemente risolto il problema “spostandolo” dal dominio in cui era stato formulato (in cui era irrisolvibile) ad un altro dominio (nella fattispecie, la logica booleana) dove è risolvibilissimo mediante la semplice applicazione del principio di negazione, dopodichè l’ha ritrasposto indietro. Queste due trasposizioni di un problema da un dominio all’altro sono il cosiddetto Pensiero Laterale. Il re, invece, molla tutto e va a farsi una doccia fredda, facendo impazzire i farmacisti reali che non sanno più cosa fare di tutto quel Viagra.

 

Perchè vi tedio con tutta questa prosopopèa? perchè ho in mente un post che avrà – come protagonista “fictional”, s’intende – un assiduo frequentatore del blog e sarà rivolto ai maschietti. Porterete pazienza?

Under the irons…

…questo post, ovviamente, non è scritto in diretta, ma programmato.

Oggi, verso le sette e spiccioli, me ne vado sotto i ferri, come si suol dire. Il programma consiste in una bella anestesia generale in mattinata, risvegli e palpate di culo all’infermiera (tanto c’ho la scusa dell’anestesia che non connetto bene), dopodichè una notte in ospedale e – salvo complicazioni – sono a casa domani pomeriggio.

 

Appena ri-agguanto connessione e PC vi aggiorno su come sto :) prevedo giorni silenziosi e, finalmente, ben lontano dal lavoro.

Quando la realtà supera la fantasia

Non ricordo se l’avevo già detto, comunque gamma è un medico. Chirurgo, per la precisione. Capirete quindi che con i recenti cambiamenti del mio stato di salute le ho mandato qualche messaggio.

“Ehi, scusa se ti disturbo, conosceresti mica qualche otorino bravo lì dove lavori tu?”
“Devo guardare, di cosa ha bisogno di preciso?”
“Ho un intervento programmato per metà gennaio, siamo a fine Novembre, se mi riuscisse di accelerare sarei ben contento.”
“Intervento? perchè, cos’hai?”
“Io? un tumore alle corde vocali. E capisci che prima lo levo e lo analizzo, meglio è”.
Ah, allora mi porti il libretto d’impianto della caldaia? è rimasto a te…”

Potrei riempire questo sito di storie inventate, se volessi. Ma la realtà trova sempre il modo di battermi tre a zero a tavolino.

Il Coro delle Comari

Ci sono quei bei momenti di pausa creativa, in cui sei lì a chiederti “e ora che ci scrivo nel blog”. Poi come sempre arriva la Realtà a darmi degli input di quelli belli polposi, e come fare a dire di no?

Oggi parliamo di due miei amici. Per familiarità col lessico del blog, chiameremo Alfa il maschio e Beta la femmina. Conoscevo Alfa. Conoscevo la datrice di lavoro di Beta. Porto Alfa a pranzo al ristorante dove lavora Beta, e dopo un po’ (complice anche un breve, ehm, lavoro preparatorio) i due si mettono insieme.

Correva l’anno 2005. Fanno i fidanzatini per un pochi mesi, dopodichè Alfa lascia famiglia, lavoro, casa, si fa quei 300km e si trasferisce in zona Beta. Perchè benchè disoccupata, Beta di lasciare la famiglia non ne voleva proprio sapere. Quindi si sposta Alfa.

Stanno cinque anni insieme, come conviventi. Cinque anni in cui Alfa lavora e Beta lavoricchia, Alfa si occupa dell’auto, della casa, dà una mano a lei e alla famiglia quando non ce la fanno, le prende due gatti nonostante lui sia allergico per farla felice, insomma, si prende cura di lei in un modo assolutamente degno di un Uomo con la maiuscola.

Ma iniziano i problemi. “Ehi, beta, sono allergico e lo sai, puoi non fare entrare i gatti in camera la notte?”. Macchè. Beta non ci sente. “La mia auto si è rotta, la tua è più nuova, posso prenderla?”. Macchè. E non parliamo di quelle cose più intime di una coppia. Alfa inizia a non farcela più. Si rinchiude in sè stesso, nella passione per i videogiochi, passa giornate intere seduto e prende trenta chili. Beta, per non saper nè leggere nè scrivere, non gliela dà più perchè è ingrassato.

Fino a che Alfa non esplode. Non ce la fa proprio più: Beta trova lavoro, va a lavorare, Alfa si licenzia, prepara le valigie, prende i vestiti, il suo computer, le lascia due mesi di budget familiare e torna dai suoi. Senza più un lavoro. Senza aver costruito niente per cinque anni. Ma almeno riesce a respirare. Beta torna a casa, e non lo trova più. Fugge, ma con signorilità. Il gesto di lasciarle i soldi per mangiare due mesi mi ha commosso fino alle lacrime.

 

E cosa succede? il putiferio. Si scatena il Coro delle Comari, tutte le amiche di Beta a coprirlo di insulti, a dargli del vigliacco, del senza palle, del bastardo. Ignorando, a bella posta, che lui si è preso cura di lei per cinque anni. Ignorando, a bella posta, che i problemi c’erano e che è stata la coppia a non farcela. Mancando della logica più elementare, che a me ha fatto pensare “se un uomo come lui, dopo che ha dimostrato sul campo quanto vale, fugge letteralmente di casa vuol dire che proprio l’ha portato allo stremo”. Se un uomo molla addirittura il lavoro, rischiando di far la fame, vuol dire che proprio era emotivamente finito.

 

E invece il coro delle comari tutte lì a stampar giudizi, a tirar fuori pregiudizi e luoghi comuni circa l’uomo stronzo che non si prende le sue responsabilità, come l’esercito delle spice girls di erika che invase il mio blog mesi fa. L’unico a chiamarlo per chiedergli come sta son stato io.

 

E io resto basito, sempre più basito, e sempre più misogino di fronte a certi atteggiamenti. E’ veramente un terno al lotto. Fortuna che sono gay.