Peccato averti persa

E’ amica di amici. Ci chiacchiero un po’ in qualche gruppo, mi piace quel che dice e come lo dice, inizio a scambiarci due parole.

Aperta, libertaria, peraltro pure caruccia. Mediterranea e morbida. Insomma, detta tra noi, ci avrei fatto volentieri merenda, ecco. Ogni tanto la sento fare dei discorsi strani, un po’ da “il mondo deve essere come mi pare”. Ma è normale. Quando si è soli ci si rinchiude dietro le nostre verità, esponendole, aspettando che qualcuno ci bussi al portone. Come quei canini piccoli dietro i cancelli, che ti abbaiano feroci quando ti avvicini, e se infili la mano tra le sbarre per accarezzarli ti mostrano il pancino e si sciolgono.

Arriva una occasione in cui ci si può finalmente vedere, un picnic tra amici, e insomma, io vado. Lei invece no, non c’è. Pazienza. Cose che capitano. La ricontatto il giorno dopo.

“Non c’eri domenica…”
“Eh, avevo un altro impegno”
“Non ci siamo visti, peccato”
“Si, per te senz’altro”

A posto. Da prendere e mandare affancuore subito.