Teorema “s.” sulla Maturità Differenziata

Vi dedico un post leggero, visto che ultimanente ci siamo andati giù “pesanti” e sento il bisogno di tirare un po’ il fiato.

Questo teorema è nato dalla discussione con una persona che mi è stata decisamente cara, ormai qualche annetto fa. Una femminista straconvinta, anzi, più che femminista antimaschilista, dotata di una lingua al vetriolo e un cervello di prim’ordine. Solo che lei ha teorizzato la prima metà del teorema, e mi ha trovato in modalità “caustica”, per cui ho aggiunto al volo la seconda. “s.” è un modo di chiamarla che sa e capisce soltanto lei, così, per fare il criptico. Tanto non mi legge qui.

Teorema della Maturità Differenziata

Sia X un individuo della razza umana. Si dimostra che se sesso(X) = M, X è maturo se e solo se vale l’asserto “X sa che ce l’hanno anche tutte le altre“. Se sesso(X) = F, X è matura se e solo se vale l’asserto “X sa che non ce l’ha soltanto lei“.

Al solito, le applicazioni sulla singletudine sono lasciate per esercizio allo studente. Confido che capiate al volo di cosa si parla, quando si dice “ce l’hanno anche le altre / non ce l’ha soltanto lei”. Sennò riparto dalle api e dai fiorellini.

 

E buon weekend. Comunicazione di servizio: ho internet a casa che fa le bizze. Niente facebook, poche mail, meno aggiornamenti qui.

Teorema dal Sadismo Senza Limitismo

Si verifica il valore di verità, apodittico e inalterabile, della natura del seguente dialogo:

Masochista: “Fammi male. Strapazzami. Fammi sentire tutte le sensazioni forti, ti prego, mi piace soffrire, fammi male, sfogati pure, dai, ti prego, fammi male!”

Sadico: “No.”

Dedicato a tutte quelle situazioni e a tutte quelle persone che ti fanno la solita ramanzina “ma no, ma io non sono una persona buona, se poi ti frequento ti faccio male e io non ti voglio far del male perchè sei un bravo ragazzo”. Ma maremma maiala a pile, se te lo sto chiedendo io che diavolaccio di problemi ti fai?!?

Dal teorema discende il Corollario della Brava Superiorità:

Siano dati x et y appartenenti alla razza umana, con sesso(x) diverso da sesso(y) e per cui sia valida la funzione “x si interessa ad y”. Si dimostra che la proprietà “bravo ragazzo/a” di x è vera se e solo se y si sente maggiore di x.

 

Che poi siamo davvero sicuri che tutti quelli che etichettiamo come “bravi ragazzi/e” lo siano davvero?

…e quando capitano… vabbè…

…ricordate il “quando le cose le cerchi non capitano“, nevvero? Il problema è quando capitano sua sponte.

Scenario: palestra. Io a sudare copiosamente come un lama dietro a quei maledetti addominali laterali obliqui, arriva lei.

Ha più o meno la mia età,  lavora in reception dopo che si è rotta le gonadi di fare carriera legale, una laurea più un altra in arrivo. Non bellissima ma decisamente gradevole, con quella voce un po’ “roca” che la rende ancora più carina. In più, sempre solare, sorridente, gentilissima. Sorvolo i convenevoli e…

“Si, guarda, sono andata a cena con un’amica in questa pizzeria in un paese vicino e sono stata benissimo. Dovresti andarci anche tu!”

“Ben volentieri, ma devi prestarmi l’amica: mi fa tristezza andare in pizzeria da solo!”

“Non posso prestartela, è la ragazza di mio fratello!”

(sonounacoppavuotasonounacoppavuotasonounacoppavuota!) “Beh, vieni tu allora, no?”

Mi preparo ad una rimbalzate epocale e invece…

“Ah, beh, perchè no, una pizzata insieme perchè no”.

Tutto bello, tutto carino, no? scena tenera, nevvero? quasi da film di Moccia. Se non fosse che il dialogo è avvenuto quando ero reperibile sul lavoro, ossia assolutamente impossibilitato a fare una serata fuori di casa, e sarei stato reperibile per tutta la settimana a partire dal… giorno del dialogo. Ergo, niente cena. E secondo voi la settimana dopo si è ricreata la stessa alchimia e la stessa spontaneità? manco per sogno.

Lezioni apprese:

  1. Le cose, quando le cerchi, non capitano. Ma quando capitano, tranquillo che tu non ci puoi essere.
  2. Reperibilità fa rima con Castità, e non è un caso
  3. Le occasioni vanno colte al volo. AL VOLO. Guai a me se mi rifaccio problemi per una cosa tutto sommato marginale come la mia professione.

Poi dice uno si deprime… chissà perchè!

 

Il Teorema della Zuppa col Fuso di Tacchino

Teorema: sia data una zuppa di cavolo con dentro un fuso di tacchino, cotta il giorno prima, messa in frigo, e riscaldata (alimentazione tipica dei single: cottura facile, non fa ingrassare, ti impiega poco tempo).

Si dimostra sperimentalmente che:

  1. se scaldi la zuppa in modo che il cavolo sia alla temperatura giusta, il tacchino sarà freddo;
  2. se scaldi la zuppa in modo che il tacchino sia gradevolmente caldo, il cavolo sarà rovente ed immangiabile.

C’è una profonda verità dietro al teorema della zuppa di cavolo col fuso di tacchino. Le applicazioni sul mondo della singletudine sono lasciate per esercizio allo studente.