Femminicidio

Avrei voluto intitolare questo post “horror stories”.

sa64a. Già separato e divorziato, un figlio. Trova una donna con una figlia, pensa che sia quella giusta. Resiste in una convivenza per lustri, fino a che le pressioni della futura moglie e della mamma lo convincono al matrimonio. Si sposa. Dopo un po’ di matrimonio la signora gli dice “senti, metti la casa in testa a mia figlia cosi’ se ti succede qualcosa lei è sistemata?”. Lui timidamente ribatte “io veramente avrei un figlio mio e casa mia va a lui”. Separazione. Alimenti. Cause civili. Lei per avere più soldi l’ha denunciato per percosse. Risultato: sa64a non vuole più vedere una donna nemmeno dipinta, non so se per misognia o per paura. Non ditemi che mi sono inventato tutto:  lo conosco. E’ mio padre.

sa61a. Già vedovo, con un moto di reazione non da poco riesce a rimettersi in ballo e a conoscere lei. Buona, brava, belloccia, senso della famiglia. Invece di fare i fidanzatini lei viene a stare da lui e dorme nel letto della ex moglie. Poi vuole la camera nuova perchè “mi dà fastidio dormire dove dormiva lei”. Poi la cucina nuova perchè “mi dà fastidio cucinare e mangiare dove mangiavi con lei”. Poi vuole un cane perchè non ha avuto figli e vuole un essere da curare. Poi vuole l’auto nuova perchè… “quella è quella di lei”. Poi lui litiga col figliastro perchè a lei dava fastidio il pianoforte della sua ex moglie (ribadisco: è vedovo) e inizia a capire che forse lo stanno menando per le mele. Un giorno lei gli si presenta e gli dice “sai cosa? non riesco più a stare con te”. Lo lascia in 7gg netti con tutte le rate ancora da pagare. Non vuole vedere più una donna neanche in foto ora. Non ditemi che mi sono inventato tutto:  lo conosco. E’ il mio patrigno.

sa31a. Conosce lei, si innamora, “ci scappa” un bimbo. Vabbè. Capita. Vanno a convivere. Ce ne scappa un altro. “Fattici un nodo ragazzo”, e invece se la sposa. Passano tre anni, lui per sbaglio capita sulla sua pagina di facebook e scopre non UNO, ma tipo DIECI amanti diversi con tanto di pagella. Interrogata, la baldracca signora risponde: “ho 28 anni. Se non trombo ora, quando trombo?”. Serve che vi dica che conosco pure lui?

sa36a. Conosce lei, tre anni di storia, convivenza a distanza, chilometri macinati su chilometri macinati. Si mette a fare il padre di famiglia di lei e della bimba perchè “da sola con la bambina non ce la faccio”, ergo la porta a scuola, le fa fare i compiti, la tratta come se fosse sua. Dopo due anni e mezzo si trasferisce definitivamente da lei, cambia lavoro, vende la sua casa, cambia completamente vita. “Voglio un figlio” dice lui. “Anche io” dice lei. Non si sà se per l’emozione o perchè la voglia di avere un figlio era tanta, la zoccola rispettabile signorina si fa aiutare per mesi a farlo dal migliore amico di lui mentre il cornutazzo fa da babysitter inconsapevole di tutto, magari comprando mobili a giro a destra e a manca, traslocando, eccetera eccetera. A giochi scoperti lei dice “ma non ti abbiamo mica mancato di rispetto noi! Ma questo significa che la bimba non la tieni più? non ti sembra di essere crudele?”. No, non inorridite: ho nome e cognome anche di questo.

sa58a. Un matrimonio fallito alle spalle, sposa lei perchè quel povero bischero continua a innamorarsi di nuovo. Ci fa due figli, cambia lavoro e abbandona la natia Toscana per andare a stare in culo ai lupi. Lei trova un altro e sparisce, lasciandogli i figli perchè non li vuole più vedere. Morale si trova becco, con due figli da mantenere e un assegno di mantenimento da dare alla moglie. Lei ogni tanto gli chiede di stirargli le magliette. E’ uno tra i miei amici di facebook.

Volete fare un test di sopravvivenza? andate da uno di questi, uno solo (il più piccolo è quasi 1.80 e ha due braccia non da poco) e parlategli di “femminicidio”.

Ricettine

Non lo faccio mai. Di postare quel che mangio, o quello che cucino, intendo. Ma qui m’è venuto un piccolo rigurgito di egocentrismo e vanità, visto che sono due ricette… mie. Mie come carattere, mie come risultato e scelta degli ingredienti, mie nella loro giustapposizione. Non ci incastrano nulla l’una con l’altra. Un po’ come il mio carattere e la mia passione più o meno smodata per gli ossimori.

Cous Cous a Sorpresa

Tempo: cinque minuti.

In realtà questa ricetta mi è venuta in mente quando, nell’ennesimo trasloco, mi è capitata davanti una confezione di spezie. Comprata a Roma, col sorriso sulle labbra e una bella persona accanto, “come un bambino in un negozio di giocattoli”. Kurkuma, peperoncino, curry, zenzero tagliati piuttosto grossi, non polverizzati. Accanto, un’altra confezione di sale aromatizzato a limone e menta. Anche li’, un altro sorriso. Due sorrisi che meritavano una tavola su cui stare.

Non ci vuole molto a fare il couscous, è semplice. Il gioco è trovare l’ingrediente giusto, o meglio, l’amore. Sta tutto li’. Sgranate il cous cous con l’olio buono di Volterra, quello che non usate quasi mai perchè ne è rimasto poco. Mettete a bollire un po’ d’acqua, 4 bicchieri bastano e avanzano per un paio d’etti di cous cous. Fatela bollire, spengetela, aggiungete una punta di sale (ma poco, eh?) e lasciateci il cous cous lavorato con l’olio.

Condite con poco, ma scelto con amore. Aglio bio, tagliato fine. Cetrioli a filiera corta, se li avete, tagliati a metà e poi in fettine sottili sottili. Pomodoro piccadilly, perchè fa meno sugo dei pomodori classici e non rischia di lavare via il sapore. Tonno al naturale scolato bene. Le spezie. Il sale al limone e alla menta.

Ne viene fuori un cous cous a sorpresa: profumatissimo, la menta vi accompagna ogni boccone alla bocca, e ogni boccone è una sorpresa: con le spezie tagliate grosse, chissà cosa vi risalterà alla bocca? il peperoncino, magari mano nella mano a un pomodoro che ne contrasta l’aggressività? il curry, dolciastro, che parla con il leggero acido del cetriolo? o quel retrogusto di limone di un granello di sale un po’ più ostinato degli altri, che magari assieme al tonno ha il suo bravo perchè? Accompagnate con un Muller Thurgau o se siete più audaci con un Gewurztraminer,  e avete fatto serata.

Coppetta della Lussuria

Tempo: 4-5 giorni.

Prendete delle pesche. Pesche vere, eh, quelle belle pelose, no le pesche noci. Sbucciatele con tanta calma e mettetele a macerare nel vino rosso che avrete comprato per l’occasione. Un bel vino di corpo come un Chianti o una cosa più aggraziata ed esile come un Teroldego? Lascio scegliere a voi, ovviamente. Non occorrono grandi bottiglie, una cosa dignitosa e che sia riconoscibile. Lasciate macerare le pesche per un paio di giorni nel vino zuccherato, con zucchero di canna o bianco, a seconda dei vostri gusti e preferenze. Per i viziosi, aggiungete una puntina di miele d’acacia. La bottiglia usatela TUTTA.

Dopo i due giorni, prendete le pesche ottenute e datele al gatto. O mangiatele, se proprio volete, male non sono.  Vi ho detto di usare la bottiglia intera? si? un po’ perchè odio gli avanzi. L’altro motivo è perchè adesso prenderete il vino aromatizzato e ci taglierete le fragole, a pezzi fini fini fini. Ve ne dimenticherete per un paio di giorni in frigo, finchè non diverranno traslucide.

Da mangiare in due, rigorosamente dalla zuppiera e con un cucchiaino a testa come Lilli e il Vagabondo, con la vostra commensale che battezza il dolce “coppetta della lussuria” con sguardo tendente all’estatico. Il consiglio del Single, purtuttavia, è di usare un cucchiaio solo. Per due. Basta e avanza.

Ecco, in queste ricette mi ci sono rivisto tanto. Un cous cous da cinque minuti e un dolce da cinque giorni, odori e sapori che si rincorrono e ora si accoppiano e ora litigano. La cura per il particolare, il piccolo, l’ingrediente, il come verrà consumato il piatto e non il come viene preparato. Mi perdonate questo momento da vanesio?