Calendario 2015

Lo ammetto: questo è un post sfacciatamente pubblicitario. Però quando ci vuole ci vuole.

Premessa: a me gli animalisti a tutti i costi stanno sui santissimi. Non li sopporto, così come ho grosse difficoltà a sopportare tutti gli estremisti che perdono di vista il quadro di una situazione nella ricerca disperata di un ideale che dia loro sicurezza.

Però.

Però quando una iniziativa è “animalista” e non “animalara”, quando si sa con certezza dove arriva la beneficienza che viene fatta e SOPRATTUTTO quando le modelle coinvolte sono delle gran belle figliole che incontri per la strada tutti i giorni e che hanno il coraggio di metterci la faccia e svariate altre porzioni di pelle decisamente interessanti, io alzo la manina e dico “ci sono”. Alcune delle modelle le conosco personalmente e sono persone umanamente squisite.

Dodici mesi di pura supremazia pelosa, il cui ricavato viene dedicato ad un canile e ad una associazione che si occupa del recupero dei conigli adottati e abbandonati. In cauda venenum: l’anno prossimo spero che si dedichino anche ad una associazione che si occupa del recupero di chi adotta conigli. Scusate, ma dovevo per forza infilarci una cattiveria.

Trovate tutte le informazioni sulla loro Pagina Facebook.

‘gnamo!

Calendario Pets & Love

Della Solitudine e delle Sparizioni

E’ sera. Le braci ancora mandano bagliori bianchi e rossastri nel giardino di una casa non mia, sul tavolo due bicchieri di vino, un po’ di patate e una fiorentina alta quattro dita.

Prima che partiate con i film vi presento i personaggi: uno è un single a trent’anni (e passa…) di vostra conoscenza. L’altro è un sa63a che tra le sue mille colpe ha quella di avermi messo al mondo (o così perlomeno gli disse sua moglie, tanto tempo fa).

Finita la fiorentina (siam ragazzi d’appetito) io attacco, come di consuetudine, l’osso. Mi piace ogni tanto entrare in contatto col lato più ferino di me, e l’osso della fiorentina è un modo perfettamente lecito e tutto sommato più facilmente reperibile di altri. Prendo l’osso a due mani e attacco a sbranarlo con visibile soddisfazione.

“Ma guardalo come sgrofogna! Non hai neanche chiesto di dividerlo, eh?”
“Mi spiace papà, ma ci sono momenti in cui un uomo è solo con le proprie responsabilità”.
Sorride. “Forse non hai chiara una cosa, Francesco”.

Ahia. Mi chiama per nome, vuol dire che è una cosa seria. Tipicamente mi chiama “Tanghero”, fate un po’ voi.

“E quale sarebbe?”
“Che un uomo è SEMPRE da solo con le proprie responsabilità. Talvolta anche con quelle altrui. Se aspetti che qualcuno, o qualcuna, ti aiuti… aspetti a lungo”.

Ha ragione da vendere. Una delle cose che definisce un uomo rispetto a una pallida imitazione è la capacità di assumersi le proprie responsabilità, e talvolta quelle altrui. Oltre a capire la inevitabile differenza tra ciò che è bello e ciò che giusto. Ok, sto divagando, mi fermo… definire cosa è un uomo per me richiederebbe troppe righe.

Ricollego la frase alle persone che ho trovato in questi anni di singletudine. Tante, troppe pronte a vomitarti addosso i loro problemi, le loro faccende, i loro impegni, i loro obblighi e aspettare che tu le aiuti. Poi quando inizi a spogliarti, spariscono. Nel nulla. Senza nemmeno dire ciao. Tante pronte a chiedere comprensione, ad aspettarsela, a pretenderla. Ma mai ad offrirla, mai a chiedersi “forse sto sbagliando qualcosa”.

Un’altra cosa su cui riflettere.

Vi chiederete perchè sono sparito in queste settimane: motivo semplice, purtroppo. Un mio parente ha avuto un problema di salute e ho dovuto assisterlo. Fino alla fine purtroppo. E questo pietoso uffizio si è mangiato praticamente tutto il tempo libero. Per cui… scusatemi. Vi chiedo scusa di aver trascurato il blog, di aver trascurato voi, di tutte le persone che mi hanno scritto una mail o un messaggio su facebook e che ancora non hanno avuto risposta. Presto riprendo tutto in mano, e quando prometto, mantengo. Sempre. Almeno che non mi muoia qualcuno, nel qual caso mantengo ma un po’ più tardi.

sa30a

P.S. piccola comunicazione di servizio: questo blog non è una bacheca di incontri. Io sono felicissimo se sul “chi e perchè” raccontate le vostre storie, le leggo tutte e sono spunti di vita interessantissimi. Ma se vedo dei “periti di vulva” usarla per rimorchiare arrivando a scrivere messaggi inequivocabili o a lasciare il proprio numero di cellulare, beh, sappiate che quei commenti verranno cancellati senza misericordia.

Le frasi che temo di più dalle donne

Rieccomi. Volevo lanciare assieme a voi un gioco, una sorta di richiamo a quello che è successo con il test sul pensiero laterale. Ve lo ricordate? Se non ve lo ricordate, pigiate qui e sarete trasportati a uno dei post che più mi hanno fatto divertire nel blog.

Insomma: io vi do’ il “la” (A per gli anglofoni) e voi vi scatenate. Vale da sè che il vostro contributo debba essere squisitamente bipartisan, non solo di frasi storte “da donna” ma anche “da uomo”. Il vostro punto di vista mi completa e mi arricchisce, quindi stavolta ve lo chiedo.

Eccone alcune, in rigoroso ordine sparso.

– “tu sei meglio di lui“. Lo dice a voi, l’ha detto a tutti. O siete in piena apotheosys, o fatevi delle domande e datevi delle risposte. Una vera donna non fa confronti.

“Sono una stronza”: un po’ come il capitano del Titanic che dice “vedo un calippo”. Se vi sentite dire “sono una stronza”, preparatevi, come direbbero a Star Trek brace for impact, perché non avete neanche lontanamente un’idea di cosa viene dietro ad un’ammissione del genere. No, DI PIU’. Mettete la conchiglia, volgarmente detta reggipalle. Ma non per proteggerle: per avere un posto in cui ritrovarle quando saranno cadute invece di cercarle a giro per la stanza.

“quando te l’ho detto lo pensavo!”. Riferito a qualsiasi cosa, tipicamente in un contesto in cui fate notare una cosa detta da lei e che lei non riesce proprio a smentire. Io in genere ho in uggia i cambi di programma all’ultimo minuto, figuriamoci i cambi di persona sotto gli occhi. Se mi dici una cosa, voglio poterti credere, sennò è inutile parlarsi. Davvero, eh, io sto bene anche nel silenzio.

“Tu sei bello dentro e fuori”. Ok, ragazza. I casi sono due. O sei un’operatrice sanitaria ipovedente specializzata in gastroscopie braille, o mi stai prendendo per le mele. Se ti serve qualcosa dillo, tranquilla. Basta saperle le cose, chiedi serenamente, dove arrivo arrivo.

“Il mio ex era un vero stronzo, mi ha maltrattata tre anni di fila!”. Ok, fermate gli ormoni e accendete le meningi. Perché ci sei stata tre anni? ti piaceva? benissimo, correte a comprare un flogger o magari un paddle e toglietevi due soddisfazioni. Non ti piaceva? perfetto. Siete di fronte a una portatrice sana di sindrome da principe azzurro. Mettetevi un sacchetto marchiato Durex attorno al cuore, o ve l’attaccherà. Ah, dimenticavo: lo dirà al prossimo, possibilmente di fronte a testimoni, che vi verranno a chiedere “scusa, ma la tua ex la picchiavi? perché altrimenti non capisco” e voi risponderete serenamente “Si. Ma me l’ha chiesto lei.”. Ci guadagnerete un sacco di popolarità e qualche birra pagata.

“Grazie”: Grazie non significa “Grazie”, significa “A posto”. Un po’ come dal macellaio. “Altro signora?” – “Grazie”. Non vi stanno ringraziando: se ne stanno andando. E’ diverso. Preparatevi. Basta saperlo, no?

“Posso uscire con/andare a/fare questo?”. A me lo chiedi? Se non stai con me, sei libera. Se stai con me, sei ancora più libera. Perché chiedere? perché lo ritieni una cosa sporca, o perché pensi che lo ritenga io? in entrambi i casi, abbiamo un problema. Dal momento che hai per definizione la mia fiducia (si, anche se l’intero orbis terrarum ti ritiene un trojone matricolato, se ti ho accanto è perché non voglio non fidarmi) se mi chiedi una cosa del genere so già dove è il problema. E temo di non essere io. A meno che il “questo” sia “andare a prendere un caffè con l’amante”, ecco, nel qual caso preparatevi a un manesco risentimento.

“Ti è piaciuto?”. Ok. Se me lo chiedi, sappi che a fingere l’orgasmo io non ho ancora imparato. Faccio le facce e i versetti, ma la biologia maschile non si presta molto: mancherebbe sempre qualcosina. Se te lo sto chiedendo io, è perché fondamentalmente a letto siamo stati talmente lontani che non è che mi sto ponendo in discussione: sto cercando compagnia. Probabilmente a metà dell’amplesso ti ho offerto un gambo di sedano, così, per sentirti rosicchiare qualcosa perchè tutto quel silenzio mi dava fastidio.

Forza, vediamo cosa mi regalate in questa uggiosa giornata di dicemb cioè, volevo dire, marzolina.

Ridendo e scherzando…

…questo blog inizia a camminare incerto sulle sue gambe e ad emettere suoni: ebbene si, il 28 febbraio questo blog ha compiuto il suo primo anno di vita.

E come disse una lettrice, “pazze per sempre, per sempre pazze”. Continuerò a raccontare le mie storie, finchè sarete con me.

Nel ringraziarvi vi rigiro un pensiero che mi tormenta da un po’… mettere su carta tutti i miei pensieri, quello che è venuto fuori in un anno e rotti di blog, insomma… farne un libro. Secondo voi è fatta fuori dal vasino?

Under the irons…

…questo post, ovviamente, non è scritto in diretta, ma programmato.

Oggi, verso le sette e spiccioli, me ne vado sotto i ferri, come si suol dire. Il programma consiste in una bella anestesia generale in mattinata, risvegli e palpate di culo all’infermiera (tanto c’ho la scusa dell’anestesia che non connetto bene), dopodichè una notte in ospedale e – salvo complicazioni – sono a casa domani pomeriggio.

 

Appena ri-agguanto connessione e PC vi aggiorno su come sto :) prevedo giorni silenziosi e, finalmente, ben lontano dal lavoro.