Pazze in salsa Hamer

Ci conoscevamo da un po’. Lei belloccia, la classica “valchiria”, io un po’ meno, ma chissà. Ci troviamo a un compleanno, due parole, qualche complimento, poi io mi imbarco in una storia che non va granché bene e lei pure.

Ci ritroviamo dopo un po’, a storie finite, pizza? ma si, dai.

La serata scorre carina. Lei è molto empatica, una ragazza che sa ascoltare e come me ha un discreto bagaglio di storie dell’orrore sul sesso opposto perché ne ha passate parecchie. Finché si resta sull’umano, tutto bene. Finché si resta sul carnaceo – estetico tutto ancora meglio, perché belloccia era e belloccia continua ad essere. Però non si diventa sa30a senza tutta un grosso sesto senso da far invidia all’uomo ragno, e il mio superpotere è “segnala magagne”, che tradotto in italiano significa “sto virando verso l’acidità”.

Io lavoro in sanità. Ormai lo sapete. Io ho una formazione scientifica. Ormai lo sapete. Io inizio ad invecchiare, e purtroppo sapete anche quello, e con l’invecchiamento iniziano ad arrugginirsi tutti i meccanismi della tolleranza che molti maschi hanno in nome della patata; in altre parole “ok, brava, sei topamunita ma non è che debba sopportarti per forza”.

Il superpotere di segnalazione magagne si attiva, come un formicolio freddo lungo la schiena, quando si inizia a parlare del mio lavoro.

“…beh, si, io lavoro in sanità, e…”
“eh, ti capisco, che schifo!”
“…no, dai, è lavoro, tutto sommato non è neanche un brutto lavoro, si fanno cose molto interessanti e…”
“Non intendevo quello. Intendevo che è tutto uno schifo, ci sono le case farmaceutiche che…”.
“…che menomale che ci sono loro, dai, la ricerca pubblica è praticamente ferma”
“eh no eh!” – si inalbera – “le cause farmaceutiche sono quelle che mettono in giro i virus delle malattie per poi poterti vendere le medicine…”
“…ma…”
“…e la sanità è schiava di questo sistema perché sono corrotti dai soldi che girano, tutti soldi per tenerci malati, per tenerci clienti!”

Ripasso mentalmente il mio saldo bancario e mi riprometto di inviare una mail a BigPharma perché, evidentemente, devono essersi dimenticati di me nel momento dei bonifici. Nel frattempo entro in modalità “Caso Umano”: ascolto, preso dalla curiosità di dove andrà a parare la persona che ho di fronte.

“…pensa te ai vaccini per l’influenza, e a tutti i vaccini che ci fanno, ci fanno ammalare per forza, ma vivremmo meglio senza medicine!”
Inizio a raggiungere il limite.
“Tata, scusami, ma forse è meglio fidarsi di chi ha studiato anni per il nostro benessere senza cadere nella retorica, io dall’interno le statistiche le vedo…”
“Allora fidati di me. Io sono un medico!”

Eh?

“Scusa tata, ma non avevi fatto Ragioneria?”
“Si, vabbè, ma che c’entra l’università. E’ un ente corrotto dalle industrie del farmaco, ci girano troppi soldi. Io sono un MEDICO HAMERIANO”
“…’nchessenso?” dico facendo la mia migliore imitazione di Verdone.
“nel senso che studio la medicina quella vera! Il corpo ci può guarire da ogni malattia, perché ogni malattia è espressione di un disagio psicologico! Se stai male psicologicamente ti ammali, se stai bene psicologicamente guarisci!”

Eh? (e due). Vabbè. Dai. Sa30a. Fai il bravo. Non la infiocinare come un cucciolo di foca, su… dalle una chance.

“Tata, lo posso capire per alcune patologie psicosomatiche, magari qualche dermatite, un po’ di alopecia a chiazze, di certo non per cose grosse. Posso capire la psoriasi in determinati casi, ma non il mio tumore alla gola, ad esempio. Però potrebbe esserci qualcosa di valido nelle tue teorie”

Io ti ho teso la mano. Coraggio. Dai, ragazza. Cavatene fuori con eleganza.

“Ecco, vedi! Il tumore alla gola! Sono le cose che non dici, le cose che ti tieni dentro!”

Ho avuto due tumori. Ho perso mia madre per due tumori. Respiro. Conto. Uno… due… tre… ottantaq… no, cazzo, berrò il tuo sangue. Ho deciso.

“Quindi se ti dico che hai appena pronunciato un branco di stronzate indifendibili e pericolose riduco il rischio di recidive?”
“…”
“…usciamo, dai, che si è fatto tardi”

Non l’ho rivista. Mai più. Ogni tanto mi manda su facebook l’invito a qualche laboratorio di meditazione, o di cura coi fiori di bach, che puntualmente declino.

Oggi è morta una donna per aver dato retta alla medicina hameriana. Trovate il link qui. Dedico questa riflessione a tutti quelli che nel momento di difficoltà perdono la fiducia e cadono facili prede di avvoltoi e ciarlatani, sperando che trovino in loro stessi la forza che nessun altro nella vita può darti in quei momenti così bui.