Eppur dovevo capirlo…

…era una estate di tanti, tanti anni fa. Dodici, o tredici, per quello che importa. Nella mia vita c’era Lei, alta, bella, intelligente. Insomma, il classico tipo di donna a cui chiederesti volentieri “ma tu, abbi pazienza ragazza mia, cosa ci fai con me?”

Non lo sapeva, difatti. E dubito che avesse anche molta voglia di scoprirlo, men che meno di spiegarlo a me. Ma io avevo poco più di vent’anni, e ancora ero convinto che il mondo fosse fatto di prati in fiore, nuvolette rosa e che l’alimentazione della coppia moderna fosse a base di dolcissimo Fruttolo. E come tutti gli uomini in amore faccio progetti, scambio promesse, la più forte e vicendevole delle quali è “mi raccomando, se proprio dovessi farmi le corna, dimmelo prima”.

Ovviamente succede che le corna arrivano sul serio (ve l’ho già detto, si, che lei il perchè stava con me non l’aveva chiaro?). Ovviamente arriva il momento in cui, preso dalla disperazione e avendo esaurito i discorsi intelligenti (l’unico discorso intelligente era girare le chiappe ed andarsene, ma questo lo dico ora che sono anziano…) le fai la fatidica domanda:

“Scusa, ma non avevi detto che me l’avresti detto? Perchè sono venuto a saperlo da un’altro?”

E in quel momento ho avuto la Prima Rivelazione, un momento meraviglioso in cui ai miei occhi inconsapevoli si è schiusa un momento di Logica Femminile Pura: “Beh, si, ma quando te l’ho detto lo pensavo!”

 

“Passa il tempo ma noi no”, cantava la buona Mannoia.

Arrivano i tempi dell’ultima storia finita. Arrivano i tempi della crisi, io che le dico “forse è meglio se la chiudiamo, io non vedo strade”. Lei che piange, grida, si dispera… “riproviamoci, riproviamoci”. Mi fa cambiare macchina “per avere qualcosa di nostro in più”, mi ci fa ricredere finchè non arriva un giorno e mi fa:

“sai che ti dico? da domani facciamo i coinquilini”.

“…”

“…che c’è?”

“Ma non avevi detto che ci volevi riprovare?”

“ah beh, quando te l’ho detto lo pensavo!”

Son passati dodici anni, ho cambiato donne, zona geografica, altezza, peso, titolo di studio, tutto: ma la GENETICA, quella no, resta la medesima.