Musica vissuta

Interrompiamo le narrazioni per una piccolissima parentesi di stampo musicale. Forse non lo sapete (anche perchè, riflettendoci, se non ve lo dico è difficile che lo indoviniate da soli) ma ho un trascorso da musicista. Pianoforte, un accenno di chitarra classica, ma soprattutto basso elettrico e tanta, tanta composizione di musica e di testi: era quello il mio pane fino a che, come con una donna, anche con la musica mi sono separato.

Quando un rapporto si è rotto te ne rendi conto e lo chiudi, ed è stato così anche per me e la musica: una storia finita, e quel leggero sentimento, quel “delicato struggersi”, ogni volta che la senti o la rivedi. Senza rancori, con serenità, ma sai che la musica è stata una parte importante della tua vita che ora non c’è più.

Quando nel luglio dell’anno scorso, in piena crisi da separazione, il mio caro amico Walter mi ha chiesto “ehi, senti un po’ singletrentanni, tu che con le parole te la cavi benino, perchè non mi scrivi i testi? mi sono ridato alla musica…” per me è stato un po’ una sfida: rimettermi a scrivere, riapprocciarmi alla musica seppur da un’angolazione diversa, e soprattutto tirare fuori tante cose che avevo dentro in un periodo travagliato della mia vita. Ho accettato, non senza ansia, ma sicuramente non senza gioia. Piccolo inciso: il mio rimettermi a scriver testi è uno dei motivi per cui questo blog ha tardato la nascita.

Ve lo dico subito: l‘happy ending non c’è. Non ha funzionato: non ha funzionato perchè al primo ascolto, con i suoi amici, il commento dominante è stato “che è ‘sta roba da depressi?!?”. Indelicato, se vogliamo, ma vero: non stavo scrivendo precisamente cose allegre. Cosa pretendete da uno appena separato dopo otto anni di storia, con la vita  a brandelli, e un rapporto col proprio corpo completamente da ricostruire? le rime cuore-amore? no, ragazzi, non fa per me. Sarebbero arrivate altre cose, sarebbe arrivato un intero percorso, ma ci voleva tempo, pazienza e una volontà che non potevo di certo chiedere a nessuno se non a me stesso.

Morale… Walter ha preso la sua strada, si è scoperto paroliere e ha realizzato i suoi testi. I testi del suo disco sono tutti suoi eccetto uno, che è piaciuto al produttore e si è salvato, e lo trovate assieme alle altre canzoni nel suo disco: si intitola “come foglia nel vento”, e se pur non si può definire un testo allegro è comunque pervaso da un seme di speranza in sottofondo, di rassegnazione, di accettazione karmica di storie che iniziano, finiscono, nascono e muoiono trasportate dal vento dell’autunno. A me quel testo piace, piace molto (anche se il mio preferito è un altro, e non è detto che non ve lo faccia leggere prima o poi) e ci tenevo che l’aveste anche voi.

Trovate il sito di myspace di Walter qui, e vi suggerisco un ascolto. Io sono felice, felice innanzitutto per lui, e felice di essermi riaffaccito alla porta della Musica con un sorriso, e di averla chiusa di nuovo senza soffrire. La penserò ogni tanto, come tutte le donne che sono passate nella mia vita, ma non soffrirò perchè non c’è più.