Non ex transverso, sed deorsum!

Come vi ho già raccontato, ho un collega. Un collega carinissimo, buono come il pane, con la famigliola da mulino bianco, eccetera eccetera eccetera.

Questo collega di stanza è un anno che mi sta accanto, un anno che vive le mie esperienze – raccontate, si, ma le vive – ed è informatissimo su quasi tutto quello che faccio.

Capita – è capitato – che mi abbia visto anche in momenti di down, da quando non mangiavo a quando qualche mazzata in quest’anno di tempo l’ho presa. E quando mi ha visto giù si è comportato con una delicatezza tipicamente maschile: è stato zitto e ha aspettato che mi passasse. Una cosa che difficilmente vedo fare alle donne.

Sempre, eccetto in una situazione. Una giornata in cui veramente avevo una faccia sulle quattro e quaranta, che a tratti assumeva le poco rassicuranti sembianze di un punto interrogativo. Arrivo in ufficio, gli racconto le cose (ci metto poco, in verità) e stiamo in un rassicurante, virile silenzio tutta la mattinata finchè non andiamo a mensa. A mensa assume un’altra tinta.

“Certo sa30a… ci pensavo… deve essere dura alla tua età riaccompagnarsi con una ragazza ammodo…”
(…si, dai, sentivo proprio il bisogno di sentirmelo dire…) “eh già…”

“che poi è incredibile… le trovi tutte pazze!”
(…si, fammi male, dai!) “Già, tutte pazze…”

“…oddio, non è vero… alcune sono anche deformi…”
(…adoro sentirmi diverso. Colpisci li’, dai, che sono morbinino!) “eh, talvolta capita…”

“Che poi se ci ripensi non è del tutto vero, dai! non tutte!”
(…la luce! c’è la luce in fondo al tunnel!) “eh, no, dai, in effetti non tutte!”

“Alcune sono sia pazze che deformi!”
(…lo sapevo. E’ il solito treno merci che mi viene a salutare…) “eh, si, sia pazze che deformi…”

“mi chiedo proprio come farai a…”
(…basta, mi stai ammazzando!) “Non ex transverso, sed deorsum!”

Se c’è una cosa che cinque anni di liceo ti insegnano, è che un po’ di latinorum scagliato contro uno che ha fatto ragioneria ti salva dal prendere il coltellino di plastica della mensa e aprirti il braccio. Ovviamente non ex transverso, sed deorsum. Sennò è inutile, le cose van fatte a mestiere.