Il fascino delle nane

Faccio seguito a questo carinissimo post del mai troppo osannato Attila per condividere con voi una riflessione.

Ho un amico circa coetaneo che viene in palestra con me, alto, capelli mori, occhi blu, un fisico della Madonna… insomma, gnocco. Ma non gnocco poco: gnocco tanto. E single. Un giorno in cui lo trovo un po’ più comunicativo della media e ci mettiamo a parlar di singletudine, scherzando lo apostrofo “eeeh, tu, cosa ne vuoi saper di essere single, gnocco come sei schiocchi le dita e vai”.

E lui tranquillissimo: “si, schiocco le dita e vado. Però poi mi fermo, perchè appena sanno che ho un figlio, scappano.” e vi garantisco, mi ci ha fatto rimanere di sasso…  come tutte le volte che ti demoliscono una certezza. “Ma come, e io che ho sempre creduto che le donne avessero un forte istinto materno e di fronte a un bimbo piccolo come il tuo…” non ho fatto neanche in tempo a finire la frase: “si, sono materne. Tutte. Con i loro, però. Non con il tuo. E sanno che se ne hai già uno, è meno probabile che tu ne voglia un altro con loro, quindi si divertono, poi quando le cose si fanno serie fuggono”.

 

Io figli miei non ne ho, il suo discorso quadrava, e l’ho dato per buono. Tra l’altro me l’ha confermato anche una amica comune, che le donne con lo gnocco in questione si comportano esattamente così.

 

Leggo il post di Attila e la situazione sembra essere diversa: la di lui Piccolina è uno strumento da rimorchio non indifferente, e vi invito a leggere il suo post perchè è davvero carinissimo. Ripensando al suo post mi è venuto in mente un episodio, in cui ho avuto a disposizione per un po’ una nana di cinque anni al mare. Un po’ ci ho giocato, poi quando è venuto il momento di andare in acqua ce l’ho portata io.

Due condizioni a contorno: la nana è nana (cinque anni appena compiuti) e io tanto nano non sono, per cui l’ho sollevata di peso da terra, me la sono caricata sulla spalla sinistra (l’ho messa a sedere li’ sopra, c’è spazio) e me ne sono andato a giro sulla sabbia con lei sopra, direzione acqua.

Il primo miracolo: zittire una donna è difficile. Zittire una donna piccola è impossibile: parla in continuazione. Eppure questa bambina è stata in assoluto e religioso silenzio per tutti i metri (non pochissimi) che ci separavano dal mare, forse rapita dalla posizione nuova per lei e dal fatto di poter contemplare il mondo da una prospettiva centottantacinque centimetri più alta.

Il secondo miracolo: io, che un adone non sono (anzi, sono spesso utilizzato quale rimedio per la stipsi, per dirla in termini poetici) venivo guardato con sguardi tra il tenerone e il sognante da tutte le ragazze di ogni età che ho incontrato sul percorso. E ogni sorriso (si, lo so: sono una zoccola) veniva ricambiato.

 

Al che mi sono chiesto: ma come è possibile che ti guardano tutte con quegli sguardi umidi, e poi si ritraggono? non è che l’uomo effettivamente paterno è come la “moto intelligente”, che tutti dicono “uh, come è bella, la proverei volentieri” poi nessuno la compra?

E poi mi sono chiesto: ma le noleggiano le nane da qualche parte? che non è che mi dispiacerebbe fare l’uomo oggetto per un po’, eh…