Bellezza Struggente

Pomeriggio. Palestra semideserta, sono lì che traffico tra gli attrezzi ed entra lei.

Si nota. Si nota subito. Alta, altissima. Magra. Magrissima. TROPPO magrissima. In testa pochissimi capelli scompagnati, ciocche diradate da una cura crudele quanto la malattia che cerca di curare. La riconosco, la guardo mentre va ai suoi attrezzi e prova a fare i suoi esercizi, fa fatica, non ha forza, tenta di prendere peso e non ci riesce. Ogni volta che la vedo è più magra della precedente.

E’ una ragazza che sta combattendo una lotta impari, i suoi capelli orgogliosamente esposti ma devastati, il colorito malato, la debolezza. Gamma, con la sua corazza irta di aculei da professionista del settore, direbbe “è un morto che cammina”.

La lascio allenare in religiosa tranquillità. La mia timidezza mi ha sempre bloccato dagli approcci, specie quelli pseudocasuali, specie quelli in cui ti infili in una situazione dove ci vuole talmente tanto rispetto che già la prima parola è di troppo.

Nel prendere due manubri le passo davanti, alza la testa e ci guardiamo. Due occhi grandissimi, due cerchi perfetti di un’azzurro mare, e… truccati. Si, lei lotta con la morte ogni giorno, ma va in palestra con gli occhi truccati. Mi sono dovuto allontanare, non volevo che mi vedesse mentre mi commuovevo. Una bellezza commovente, struggente.

E noi…

…noi che ci lamentiamo di quando le persone prendono i nostri cuori e li dilaniano, giocandoci come gattini annoiati…

…noi che pensiamo che il mondo sia arrabbiato con noi perchè non ci concede i sogni che vogliamo…

…noi che ci creiamo problemi, che rinunciamo a vivere, che ci facciamo mancare qualcosa…

…noi, noi dovremmo imparare tutti ad andare in palestra con gli occhi truccati.

La vita ha sempre un modo meraviglioso per dirci le cose. Basta trovare il coraggio di guardare due occhi di una bellezza struggente.

19 thoughts on “Bellezza Struggente

  1. SA30A t’è venuta la coccolite? A te è venuta la coccolite, a me la colite(ma non è colpa tua…. :-) ).

  2. @salina: ovunque, se la si vuole vedere.
    @marcus: io ho SEMPRE avuto la coccolite, credimi, anche se non si nota molto :)
    @corvobianco: benvenuto! purtroppo l’argomento è triste, ma sono contento ogni volta che la vedo. Magari dei miei pensieri se ne fa poco, ma mi fa piacere dargliene.

  3. Airbag, i disturbi alimentari non causano alopecia, purtroppo. E’ qualcosa di ben peggio.

  4. In realtà anche una forte anoressia causa la caduta dei capelli. Comunque quello che scrivi è molto bello, ma io sono convinta che non si riesca mai ad imparare molto dai dolori altrui. é triste però l’uomo è sempre autoreferenziale ahimè, si impara solo per esperienza diretta.

  5. e poi si scopre che nonostante la bellezza commovente e la malattia – che dato che è tremenda e non guarda in faccia a nessuno è sempre commovente-
    la donna in questione magari è una che non ha mai pagato le tasse, ha abbandonato il cane in autostrada, ha cornificato il marito, non si è mai fermata in vita sua a dare l’elemosina a nessuno, e ha una figlia di tre anni che veste come una piccola barbie.

    Sul perchè, con una malattia che ti causa l’alopecia, passi ancora parte del suo tempo a allenarsi in palestra e soprattutto a truccarsi,
    soprassiedo.

    tutto questo per dire che?

    prima di tutto che la coccolite è una brutta bestia.
    secondo di tutto che la sofferenza fa sembrare tutti più degni.

    A ciascuno il suo dolore, bimbi. stiamo attenti a costruire una gerarchia anche per questo, rischiamo di cedere il fianco a una passione buonista che trova consolazione nel martirio, purchè portato con dignità.

    p.s. Tra parentesi, Sing, quando sono andata a sopprimere il mio cane perchè il suo male incurabile gli stava montando una lastra di cancro sopra i polmoni aveva ancora tutto il pelo, e, ahimè, i suoi bellissimi occhi, non sono stati mai per niente blu.

  6. Mabh,
    se vuoi farmi la guerra a chi è più cinico, ti annuncio che questa battaglia l’hai vinta tu.

    Magari si, avrà fatto le sue stronzate nella vita. Ne abbiamo fatte tutti, chi più grosse chi meno grosse. Però la sofferenza è un po’ come la livella di toto’. Rimette tante cose a posto, prima di tutto dentro sè stessi.

    Quando soffri, quando soffri DAVVERO, passi in rassegna tutte le tue azioni. Perlomeno, io sono fatto così, forse altri saranno diversi.

    Non mi dilungo sul perchè e percome vada in palestra. Lei evidentemente vuole vivere da persona normale. L’unica inesattezza su cui mi sento di correggerti è che la MALATTIA, di per sè, ti lascia con tutti i capelli.

    I trattamenti chemioterapici mediamente no.

    E la coccolite è una bruttissima bestia. Lo so. Ma sono malato terminale. Vieni a salvarmi tu?

  7. ma quale guerra, single mio, e perchè…
    No, no.
    Trovo che di cinismo al mondo ce ne sia già abbastanza.
    Io non apro la guerra, semmai metto in guardia rispetto a certo seduttivo senso della tregua…

    Lungi da me condannare le stronzate di chiunque.
    Ne facciamo tutti, certo, e benchè io dissenta sulla funzione pareggiatrice del soffrire, o almeno sulla sua equiparabilità all’altra azione livellante che è quella del morire, ti posso anche concedere la conclusione che agisca un pò da rivelazione, perchè no…
    non è questo il mio punto, tuttavia.

    Trovo soltanto interessante l’animo umano.
    Te, che, se la poverina non fosse stata reduce di trattamenti chemioterapici -come puntualizzi (il mio parlare di malattia suonava riduttivo, forse?)- probabilmente l’avresti considerata una fra tante, nemmeno più pregevole di tante…ed improvvisamente invece,per il solo fatto che si sia trovata a subire una tragedia, la vedi commovente, ne provi in certo senso ammirazione (o compassione, nel suo senso antico…?)…

    e dico “solo” non già perchè io trovi da eccepire alla tragedia universale che rappresenta il cancro, o la sua “cura”, ma perchè credo che ad essere commossi da un altro essere umano, e la capacità che conserva ancora di alzarsi,di truccarsi, di vestirsi, dovrebbe forse bastare molto meno…
    Sarebbe necessario, molto meno.

    La mia idea non vuole ampliare lo sguardo cinico sulla povera donna dagli occhi blu, ma estenderlo a quella altrettanto povera, altrettanto commovente, che forse ha il solo demerito di essere stata meno evidentemente sfortunata…
    di gerarchia dei dolori, scrivevo… e di attenzione alla severità che, malgrado l’ apparente commozione, si mostra verso coloro che soffrono pene “più piccole”, come se avesse un senso adottare un metro della pena che possa al contempo però non comprendere affatto il metro della colpa, o la virtù…

    La coccolite, dicevamo, è una brutta bestia…Il desiderio di coccole forse no…

    Non credo tu abbia bisogno di essere salvato.
    Forse di essere riconosciuto.
    Ma questo è un problema diverso,
    si sa.

  8. Non credo che a un malato di cancro freghi molto delle vostre civettuole, per quanto analitiche, disquisizioni. Sinceramente.

    Mi fermerei sulla bellezza: almeno di questa, quando c’ è, diamone atto.

  9. C’ho pensato ora. Non uso faccine e il termine “civettuole” potrebbe essere interpretato poco simpaticamente. In realtà mi riferivo divertita per un attimo al vostro dibattito su chi salva chi.

    Chiedo sc
    usa se i toni possono essere stati fraintesi.
    Buona giornata a tutti.

  10. spero bene di no! che al malato non importi delle nostre civettuole conversazioni!
    noi che siamo così sani invece possiamo permetterci di averle, e pure di trovarle importanti, dunque rendiamo onore alla fortuna e godiamone!

    :)

  11. Ho letto ora ora i commenti dal primo di Mabh in poi e mi ritrovo a darle una buona percentuale di assenso…fra l’altro mi è appena venuto in mente un passo della Bibbia (non ho fatto catechismo, ma ho cantato le pontificali in chiesa per 6 anni), credo del periodo pasquale, in cui si biasima chi digiuna e lo da a vedere mostrando agli altri magrezza e faccia stanca. Poi per carità, sono sana come un pesce per quel che ne so e di certo mi è facile dire la mia.
    Saluti, Neofanta

  12. che dire se non che spesso queste persone non vogliono essere viste come malate o vittime, non vogliono leggere nei ns. occhi la pietà vorrebbero solo vivere la loro vita come un tempo… un tempo passato che sicuramente nella più fortunata delle ipotesi tornerà ma cmq sarà sempre un’altra vita… un’altra storia… oppure non tornerà e come purtroppo capita ci lasciano sole ad interrogarci sulla vita e sul perchè di tanta sofferenza… e anche se uno guarda alle sue di pene, spesso il mio pensiero va a chi mi ha lasciato quasi a ricordarmi che è giusto piangere sui propri problemi piccoli o grandi che siano, ma cercando sempre di ricordarci che ci sono cose a cui noi possiamo mettere rimedio e altre che non ci si può fare nulla. Per me è stato un grande insegnamento capire quanto sia importante impegnarsi a perseguire i propri sogni senza arrendersi, perchè per arrendersi c’è sempre tempo… e la ragazza ci da un’esempio di come davanti a una pena così grande si possa cmq sviluppare un senso così forte di normalità di andare avanti nonostante tutto, andando semplicemente in palestra…

  13. Io rimango sempre bambino quando c’è la neve.
    E’ una regressione gioiosa e gaudente con cui mi lascio andare a quel cambio radicale di percezioni visive, tattili e uditive.
    Bellassì la bianca neve!

  14. @neofanta: l’ostentazione del dolore mi arreca fastidio quasi quanto l’ostentazione della felicità. Perché arrivi a un punto in cui il dolore non è nascondibile. La felicità, invece, è come la ricchezza: ostentarla rischia di farti diventare cafone.

    @chiara: sarà un libro che ho appena letto, sarà la mia esperienza col sistema sanitario nazionale, ma credo fermamente che la sensazione del “me ne sto per andare” sia talmente devastante che la reazione di ricerca di una normalità sia molto nobile e bella.

    @uomoincammino: forse hai sbagliato post, ma viva la neve lo stesso. Però ora siamo ad Aprile e mi sarei stancato :)

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