due di picche in scioltezza

Telefonata… come stai, come non stai, allora che fai, vai a Londra, non vai a Londra, che combini… e…

“Comunque non è che disturbi, anzi, sentiti libera di farti viva tutte le volte che hai un pensiero, mi fa piacere”
“sisisi, ma difatti tutte le volte che ti penso ti mando un sms o magari una mail”
“ecco perchè è tre settimane che non ti sento!
“…”

Ah, le donne. Che creature adorabili :)

22 thoughts on “due di picche in scioltezza

  1. bè ma se poi siamo dirette e sincere diventiamo le stronze, VERO?!
    Con il mio ex: “Ma Princess, tu fatti sentire! Tutte le volte che ne senti il bisogno, tutte le volte che vuoi”
    “Ecco, BRAVO. Se non mi faccio sentire è perchè NON ne sento il bisogno e NON ne ho voglia”

  2. Principessa, il mio concetto di “diretto e sincero” è qualcosa del tipo “non ti sento, non ti voglio sentire, mi fai cagare lepidotteri glassati e preferirei piuttosto prendere a cornate un toro che stare a sentire il suono stridulo di quella tua voce da ominide”.

    Ma si sa… noi maschietti, come diceva Giacobazzi, siamo “animali semplici” :-)

  3. 1) che non ce ne rendiamo conto è percezione vostra… di voi “animali semplici”

    2) che si debba parlare in termini esagerati, piasciare biasimi gratuiti o insulti low cost per risultare “diretti e sinceri” onestamente mi sembra un filino vessatorio…
    per altro non ho capito perchè, l’ “animale semplice” -che per altro ha per secoli reclamato la sua superiorità,ndr- trovi inutile che gli si chieda di osare lo sforzo di accettare quel che gli viene detto senza doverlo per forza tradurre in una sua versione semplificata, manipolatoria, e tendenzialmente deteriore… tra l’altro il messaggio, anche così come trasmesso, non doveva essere poi tanto “mascherato”, dato che l'”animale semplice” l’ha colto benissimo lo stesso, no?

    3) Adoro il modo in cui l'”animale semplice” ironizza quando riceve due di picche.
    Un animale meno semplice probabilmente non troverebbe tanto umiliante per se stesso ammettere che ricevere due di picche è semplicemente brutto, e che si ride per non piangere, ed è pure sano farlo, ma certo non propriamente “semplice”…
    Un animale meno semplice direbbe “ah le donne, che razza di stronze.”
    E chi lo sa, magari soffrirebbe.

    Invece l'”animale semplice” se la racconta lunga, e la racconta bene. Ride del dispiacere e trotta verso la prossima avventura.
    Che meraviglia è, l’animale semplice…
    che poi non l’ho mai capito,
    ma l’animale semplice è quello che si adatta meglio, o quello che si estingue per primo?

  4. eh si, ormai doveva essere chiaro che io e le curve tutt’al più possiamo aspirare parabole discendenti. :)

  5. Vabbeh, dai Single, più che di un “due di picche” si tratta solo di una “mancata partenza” (cosa con cui un po’ tutti abbiamo avuto a che fare)… Saluti, Neofanta

  6. Mink che vespaio… diciamo allora “comicità involontaria”?
    :-)

    Ma si, credo che SA30A racconti (+ o -) con ironia quello che gli capita… sicuramente le donzelle con cui ha a che fare avranno anche loro qualcosa da raccontare.
    Facendo il discorso un po’ più serio è che nelle storie ci sono sempre DUE punti di vista. Qui ne vediamo solo uno. E vedo che bisogna anche stare attenti a come lo si scrive.
    Tanto per esser semplici, Mabh, cosa hai mangiato? Ti è andato proprio di traverso!!! Certo che si fa buon viso a cattivo gioco, cosa vogliamo fare, girare col machete e tagliare teste? Si incassa, e come dici tu, e si trotta da un’altra parte. Il brutto è che a volte ti passa proprio la voglia e tiri i remi in barca… ecco lì è il brutto della situazione, perché quando arrivi a pensare che non ne vale più la pena e ti fermi, credo che ci abbiamo perso un po’ tutti. Noi e voi.

  7. @ Marcus: Mah, a pranzo avevo mangiato un riso integrale con le verdure…piuttosto buonino direi e no, mi sembra di aver digerito benissimo, tant’è che poi mi è pure rivenuta fame e mi sono gustata una pesca!

    Per come la vedo io bisognerebbe starci sempre, attenti a quello che si scrive e a come.
    E poi fammi un pò capire, l’unica alternativa al “buon viso-cattivo gioco” è “girare col machete e tagliare teste”? Direi che abiti un universo a monolocale, sweetheart…

    Non prospettavo a nessuno di scatenarsi in violenze da film splatter, mi limitavo a far presente che magari c’è chi, di fronte alle cose che fanno male, sa anche dire solo “questa cosa mi fa male”, e finirla lì. Che non è nè una lagna, nè una preghiera, nè un tranello, è un voler dire all’altro come si sta, per onestà morale, senza pretendere proprio niente.

    E poi non ho capito… certe volte passa la voglia… di fare che?! Di comunicare come ci si sente realmente? Di riderci su? Di trottare altrove?
    e abbiamo perso tutti cosa?

    Perdonami, ma temo di non aver capito.

    @sa30a: “Curve discendenti si nasce. E io, modestamente, lo nacqui.”

  8. @ Mabh
    Se passa la voglia di trottare altrove. Lo so sto estremizzando, ma se un giorno noi uomini (o voi donne, è uguale) a furia di prendere schiaffoni o due di picche, ci stufassimo di avere a che fare con l’altro sesso (“tirare i remi in barca”) cosa succederebbe? Ecco qui intendevo che ci avremmo perso un po’ tutti. Perché il gioco è bello se si fa in due. E vedo sempre più gente troppo sfiduciata… Si lo so sono un po’ pessimista, ma chi sa la mia storia forse sa perché… (la mia versione personale del due di picche…).

    E no, non girerei in giro col machete (visto quello che è successo in Norvegia, effettivamente dire “vi farei fuori tutti” suona male, qualcuno mi potrebbe prendere sul serio…). :-(
    Si forse a certe osservazioni, bisognerebbe dire quello che si prova. Che il vissuto di ognuno è diverso. E alla frase “ecco perché è tre settimane che non ti sento!”, invece di trottare altrove bisognava aggiungere forse qualcos’altro. Altrimenti rimane un dialogo a metà, dove la battuta risolve la situazione, ma non fa capire il problema. Qui a volte mi sembra che sia solo un problema di dialettica, ma i problemi in realtà sono ben altri.

  9. @ Marcus

    Ne so poco, di come sarebbe il mondo se uomini e donne decidessero di non comunicare più con l’altro sesso. Forse vivremmo tutti una pacifica omosessualità, forse ci rapporteremmo gli uni agli altri come tra specie diverse, forse staremmo soli…
    E si, ci avremmo perso. Ogni cosa comporta una perdita, in qualche modo “ci perdiamo” anche adesso…perciò onestamente non lo so, proprio non lo so se sarebbe poi davvero peggio, o forse solo diverso.

    Mi spiace che tu abbia avuto a star male. d’altra parte, come tutti qui sappiamo, fa parte del gioco, perciò basta col pessimismo, come si dice? “l’importante è partecipare” :)

  10. @Mabh
    “Forse vivremmo tutti una pacifica omosessualità”.
    Sbagli di grosso: una coppia è una coppia. Puoi non crederci, ma c’è sempre chi “fa l’uomo” e chi “fa la donna”, sia tra uomini che tra donne. E anche li ci sono liti, separazioni, gelosie e tradimenti. E per le poche coppie gay che ho conosciuto, paradossalmente le caratteristiche maschio-femmina sono molto evidenti: c’è chi cucina (e stira) e chi no, c’è chi è “virile” o mascolino, e chi è femminile…. insomma un mondo a parte, ma ripetuto. E poi hanno molta più promiscuità degli etero. Quindi non credere che gli omosessuali siano tranquilli, è proprio il contrario!

    Si partecipa se ci si diverte, o se c’è uno scopo. Io non me la sto passando benissimo… meno male che vado in vacanza. Così vediamo se riesco a staccare un po’…

    Ma senti, Mabh che nome è?

  11. @ marcus:

    Non ho detto che l’omosessualità sia pacifica. Ho detto che, ove si smettesse di voler comunicare con l’altro sesso, una delle alternative possibili sarebbe comunicare col nostro. L’ipotesi del “pacifico omosessuale” era appunto preceduta da un FORSE, a sottolinearne il carattere di pura illazione.
    Non ho bisogno di non crederci, dal momento che non ho espresso alcuna “certezza” in cui credere. Grazie della preziosa testimonianza sulla vita di coppia gay, comunque…tuttavia credo che chiamare in causa discorsi sul maggior o minor grado di promiscuità/tranquillità sia assolutamente superfluo, in questo contesto. Non era di questo che si voleva parlare, mi scuso se ho dato ad intendere diversamente.

    Quanto al partecipare…No, devo dire che non sono d’accordo.
    si partecipa perchè fa parte del vivere, xchè, malgrado lo stereotipo dominante l’esistenza non è una gara e alla fine della giostra nessuno sta lì a tenere i punti. Si partecipa xchè la partecipazione è tutto quello che abbiamo, mentre le idee di “fallimento” o “successo” sono pesanti idolatrie con cui ci soffochiamo da soli.

    Ti auguro di riuscire a “staccare”, durante le vacanze, oppure – meglio- di riuscire finalmente a sentirti più “collegato” di prima.

    Che razza di domanda è, che nome è? Di certo non il mio.

  12. OK riformulo. Mabh ha un significato particolare?

    Si in effetti dovrei staccare e ricollegare…

  13. Ahah!! Idolo e dissacrante come al solito. Se uno se lo dimentica, ecco perché è sempre un piacere. Un po’ come i condorelli.

  14. Ma che ti frega! come diceva un programma di qualche anno fa su MTV “Neeeext!” 😛

    Io sono dell’idea che ha senso inseguire solo chi voglia farsi inseguire; ma se dopo 2 max 3 tentativi, in cui si vede che dall’altra parte non c’è la minima disponibilità, io depongo ogni velleità, e torno a cercare altrove

    Inoltre quoto uno dei commenti prima di me: alla fine non è manco un due picche, è semplicemente un segnale che provarci non ha senso; ti eviti pure pali sulla faccia così :-)

    btw: blog molto carino, ti faccio i complimenti

  15. Mabh@16
    Il discorso sulla promiscuità era per completare il quadro. Comunque rileggendo meglio (anche il commento) ho capito cosa intendevi: tranquilla omosessualità era uno “stare col proprio sesso” ma nel senso del comunicare.
    Come hai già intuito, avevo capito altro…
    Bye
    M

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