Logica dell’abbandono selettivo

Tempo fa, tanto tempo fa, avevo commentato un post di un altro blog, che vi linko: il sito è pianetadonna.

Me ne ero dimenticato fino all’altro giorno quando, facendo il controllo ormai mensile sulla mail, trovo che qualcuno ha lasciato un commento. Orbene… quel commento mi ha lasciato assolutamente perplesso.

Io non capisco in base a quale metro si asserisce che “per un uomo è più facile“, mentre “una donna abbandonata torna a casa alla sera e si ritrova sola.

Io ho controllato, ho frugato anche tra i ricordi, ma non mi sembra di aver trovato odalische pronte a consolarmi quando tornavo a casa: cacchio, ero solo pure io. Non è che un uomo abbandonato è diverso da una donna abbandonata, una persona abbandonata è una persona abbandonata, indipendentemente dal suo sesso. Che poi diciamocelo, è anche brutto dire “abbandonata”; è più carino dire “restituito alla libertà”, anche quando vieni restituito alla libertà come un cane.

Poi, abbiate pazienza, concedetemi una punta di maschilismo. Se una donna prende la passerina e la lancia per aria, io penso che non tocchi neanche terra: la prendono prima. Se lo prendo io e lo lancio per aria, non solo tocca terra, ma scava pure. Lentamente, ma scava… sapete, la vanga piccola…

51 thoughts on “Logica dell’abbandono selettivo

  1. Quante idiozie si raccontano le donne. Se hai voglia di compiangerti lo fai che tu abbia 20, 30 o 80 anni, che tu sia uomo o donna. Se non vuoi o non puoi farlo, un modo per uscirne lo trovi. Difficile? Anche peggio, a volte. Ma in certi casi la storia che “per le donne è più difficile” (verissima, in determinate circostanze) è semplicemente una scusa.

  2. Non credo che ci sia differenza tra uomini e donne che “restituiti alla libertà” (ahahaha l’eufemismo è grazioso…) Io dopo tre anni di sangue e lacrime dove la mia vita è stata un inferno per la sua gelosia morbosa, sono stata liquidata con la frase emblematica del “ti meriti di meglio”).
    La differenza la fa solo quanto metti nel rapporto: metti cento, soffri cento, metti 10 soffri dieci. Io ci ho messo tanto, troppo, e ora la solitudine brucia come il sale delle mie lacrime quando torno la sera a casa, soprattutto sapendo che lui apre la porta di casa sua e solo non è…
    E’ facile dire di dare tutto in amore (citando a grandi linee la bellissima metafora della coppa vuota), ma tocca vedere anche a chi si da e se l’altro non sia un colabrodo…
    Vabbè…stasera quando torno a casa magari trovo quattro spogliarellisti che mi accolgo con cenetta fumante…ma scusa la franchezza sa30a, ma se tiro la pesserina mia per aria, fortunata come sono, stai certo che rimane appollaiata su un albero e non la prendono manco quelli della LIPU…

  3. boh, io quell’articolo lo vedo piuttosto tragico, però una cosa gliela concedo, dopo i 30 noi ci sentiamo un po’ la seconda scelta, un po’ per tutto quello che ci pare di vedere attorno ci mettiamo in testa che siamo vecchie, che gli uomini guardano quelle più giovani che sono un po’ più malleabili…
    La solitudine è unisex. Ad ogni modo, ci si metta il tempo che ci si mette, io penso sempre che non si può mai sapere cosa ci capiterà domani, che le persone splendide (perché ovviamente al nostro fianco ci dovrebbero stare solo quelle) non si incontrano tutti i giorni e che ci vuole un po’ di tempo, ma le scelte alternative è meglio lasciarle ai masochisti, mortificarsi al fianco di qualcuno che ci fa ribrezzo non ha senso (io l’ho fatto un paio di volte e ho fatto male a me stessa e agli altri,dopo basta). L’altra sera su cielo ho visto una tipa che a 28 anni era stata mollata (dopo 6 anni di convivenza) con tanto di abito bianco nell’armadio, ristorante prenotato e bomboniere…E’ dura, ma non bisogna buttare via la propria vita, bisogna imparare a godere del sapore delle cose. Dopo Antonio ho passato sei mesi di sbando totale, non mi ritrovavo più, ogni momento dei miei ultimi 4 anni di vita con lui era solo e unicamente legato a lui, come se avessi ucciso la mia vita, mi sono riappropriata della mia vita, ho cominciato a ridere dei casi umani, si ci ho anche pianto, ma poi ho capito, è la vita, E’ la mia, è l’unica che ho…a me va di giocarmela, non ho l’umore da Biancaneve tutti i giorni, sono una befana polemica e pure un po’ stronza alle volte, ma sono io…
    Ma sai che quella di tirarla si vede che non è proprio nel nostro DNA? 😉

  4. Mav, se pensi che quelle giovani siano più malleabili si vede che non hai studiato il Teorema sulla Maturità Differenziata. Fila a ripassare che poi ti interrogo :)

  5. Dunque, nell’universo tutto si equilibra, e tutto si conserva. Si conserva l’energia, si conserva l’impulso e si conserva il momento angolare. Statisticamente (e sottolineo statisticamente) parlando è vero che entro una certa età per una donna è di gran lunga più facile soddisfare le proprie pulsioni sessuali, negare questo equivale ad asserire che esiste il moto perpetuo. Tuttavia, per una legge di compensazione universale non dissimile da quelle citate precedentemente, superata una certa età (diciamo i 40, ma è solo una convenzione) la situazione tende, sempre statisticamente, a ribaltarsi a favore degli uomini. Detto in soldoni, una donna a 40 può avviarsi verso l’impianto di riciclaggio, mentre un uomo, a patto che si sia impegnato un po’, può disporre di svariate carte in più da giocare. Per carità, anche una donna arrivata a lambire il mezzo secolo può ancora giocarsi le sue carte, ma a patto che si sia impegnata molto di più dell’uomo, ma nel suo caso l’entropia crescerà sempre più velocemente. E’ la natura, e contro le leggi di natura non si può fare niente…

  6. Io sarò una voce fuori dal coro, perché ho 41 anni e sono sposata con due figli. Ma a trent’anni (e forse per questo la questione mi tocca) ho mollato quello che era il mio fidanzato da sette, e non per un altro, ma per il nulla, che, a parte qualche sporadica avventura sessuale, è rimasto tale per un paio d’anni fino a che ho conosciuto mio marito. Il fidanzato abbandonato che si dichiarava inconsolabile, dopo nemmeno un anno convolava a giuste nozze con una tipa. Mentre io mi interrogavo ancora sulla fine (voluta da me) della storia. Quindi, secondo me è e resta una questione di persone, persone abbandonate. Non di passere o uccelli.
    @ lucy: cavolo, la frase “ti meriti di meglio” è veramente una carognata. Dovevi tagliargli il pisello e rimetterglielo in mano dicendogli: “anche tu!”. Solidarizzo con te.
    La meringa

  7. @MAV / SA30A
    No, le giovani non sono più malleabili: è che sono ancora ingenue (tutto è relativo, ovviamente) e si fanno ancora trasportare dall’entusiasmo. Dopo i trenta subentra il cinismo.
    Sbaglio? Adesso vado a nanna, che è veramente tardi…
    Bye by Marcus…

  8. @MAV
    Seconda scelta? Ma per favore… sono solo tentativi purtroppo sbagliati. E’ che spesso appunto ci investiamo sopra, col tempo sempre di più, solo che la persona è quella sbagliata….
    E’ che come ho scritto sopra, dopo “n” tentativi, subentra un certo cinismo bastardo…
    By M.

  9. @marcus_cn: sono daccordo, dopo un pò subentra il cinismo e ben venga, forse coltivato dalle carognate ricevute. Io a questo emblema di signorilità che mi ha mollata ho affidato il cuore, le sepranze e miei sogni e lui ci è passato su come un caterpillar impazzito. Ora ne ho 35 e ho il terrore di incontrare un altro così. Quindi ben venga il cinismo se vuol dire “col cavolo che ti faccio entrare nel mio cuore se poi ci fai deflagare una granata, mettitela nelle mutande piuttosto!”

    @la meringa:grazie per la solidarietà, purtroppo il bastardo non brillava nè per sincerità, nè per orginalità nello scaricarmi, avrei preferito qualcosa di meno stantìo…ma vabbè, prendiamola per buona e come buon augurio…troverò di meglio (e visto il suo standard sarebbe meglio anche un serial killer)

  10. @Lucy: “Ti meriti di meglio” è un po’ come dire “Voglio mollarti ma siccome non c’è una vera ragione dico una cosa a caso”. Tanto meglio per te, se il soggetto era di questo livello.
    @la meringa: qualche anno fa ho fatto più o meno lo stesso col ragazzo con cui stavo da tre anni e convivevo da uno e mezzo, l’ho lasciato quando mi son resa conto che non aveva nemmeno capito chi io fossi e cosa volessi. La solitudine per un po’ di tempo è stata una mazzata, ma non è stato difficile superarla. Ora che ho, per l’appunto, 30 anni il contrappasso si abbatte su di me… e la situazione non è rosea.

  11. “ti meriti di meglio” vuol dire, semplicemente, “ti meriti un uomo che ti dia quello che desideri, cosa che io so che non ti sto dando”.

    E’ un raro e prezioso momento di onestà. Non travisatelo.

  12. ue! …leggendo il commento “per un uomo è più facile“, mi e’ venuto subito in mente il metro dell’orologio biologico femminile (per le donne che vogliono avere figli nella vita beninteso)

  13. @single: oppure è un modo per dire: sono uno stronzo ma mi riesce difficile ammetterlo…;-)
    @elipicottero: solidarizzo anche con te allora. Mi sento un cuore d’oro! 😉

  14. @Lucy
    OPS! Buonanotte…
    Volevo dire: sicuramente uno stronzo (come una stronza, intendiamoci) non merita sconti, ma come ho imparato a mie spese (e come mi ha fatto notare una frequentatrice del blog), a volte siamo noi che proiettiamo sull’altro i nostri bisogni, salvo poi prendere le randellate quando “sbattiamo” contro il muro della realtà… è che invece di aprire gli occhi, spesso continuiamo a dare la colpa agli altri. E’ illuminante una frase che ho letto: “la solitudine non è un caso”….

  15. @MARCUS: tentativi sbagliati? Non credo, nello specifico pensavo che quelle due persone fossero splendide, dolci, iper attente nei miei confronti, mi vedevano e percepivano proprio com’ero, come volevo mi vedessero gli altri… solo che? solo che quando li baciavo avrei preferito leccare un cane bagnato…però mi sentivo troppo stronza a fissarmi su un dettaglio così “irrilevante” così perseveravo e qualcosa dentro di me si ribellava e mi puniva fisicamente, alla fine era la sopravvivenza, ho dovuto prendere il coraggio e fare la figura della stronza…seconda scelta è brutta come espressione, diciamo che mi sentivo sempre molto obbligata nei confronti dei bei sentimenti altrui…
    @sa30: ok io studio e tu mi interroghi però non essere stitico con il voto :p

  16. @mav
    Scusa leccavi un cane bagnato e facevi finta di niente… non capisco… :-(
    E poi fare la figura della stronza? Preferivi andare avanti e magari sposarti? E’ che i nodi arrivano sempre al pettine, e paghiamo per le scelte sbagliate… Di solito nessuno ci punta una pistola quando facciamo una scelta, è che quasi sempre scegliamo la via più semplice. Io ci vedo una persona che aveva paura a stare sola e piuttosto che niente preferiva leccarsi il cane bagnato… o sbaglio? La persona giusta è quella che ci piace, e ci fa stare bene. Se ci fa stare bene ma non ci piace (non è un delitto), o ci piace ma ci fa stare male… credo la risposta arrivi da sola…

  17. @elipiccottero
    Ciao, un anno e mezzo per capire che “l’ho lasciato quando mi son resa conto che non aveva nemmeno capito chi io fossi e cosa volessi”… ma non vi parlavate mai? Va bè parlo io che ho matrimonio a puttane…
    si il problema è proprio quello, non si parla MAI delle cose serie, non si scava mai a fondo delle cose importanti, e poi i bubboni scoppiano… guarda è stato meglio così; se io potessi tornare indietro… e poi di solitudine non è mai morto nessuno…

  18. eccola la vera voce fuori dal coro: LA MIA! Voi parlate della solitudine con orrore, per me è libertà nonchè uno dei benefit più preziosi di cui si possa godere (ok, ci sarebbero anche il tempo e i soldi ma quelli non arrivano così a buon mercato). E vi assicuro che non sono né frigida né sociopatica.

  19. @Marcus: noi parlavamo, ma ho la sensazione che non ascoltasse… Gli dicevo che volevo trovare un lavoro dcente e poi avremmo messo su famiglia, senza tornare nè a Bergamo (io) nè in Puglia (lui). Lui voleva fare carriera in ambito finanziario, certo non lavorare nell’azienda di famiglia. Poi se n’è tornato da una visita ai suoi dicendo che entro un mese sarebbe tornato da loro, a lavorare col padre, e che io avrei potuto dare una mano coi clienti esteri ma soprattutto sarei stata a casa a badare ai bambini. Panico.
    @brown princess: dipende cosa si intende per solitudine. Da soli si sta bene, ma se ti trovi single in un periodo in cui tutti i tuoi amici sono accoppiati o, peggio, quando vivi lontano da amici e parenti, le cose cambiano.

  20. @brownprincess
    CIAO! Non hai letto l’ultima frase del mio intervento (quello sopra il tuo)…
    Hai sentito SA30A per l’ideuzza? Faccio io?
    Pensa che sono spesso a mestre e non ho mai visto venezia…

    @elipiccottero
    bé solitudine non ha molte variazioni quando hai chiuso la porta di casa… certo il contorno fa molto… infatti è lì che si vede la differenza…
    (vado piatto ‘nevvero)?

    Cordialità…
    M

  21. @marcus: certo, la risposta è arrivata da sola… ad ogni modo non so se era paura della solitudine. Alla fine ci pensavo proprio ultimamente, non è che stessi con g. perché avevo paura di essere zitella, anzi la scorsa estate è stata una delle più divertenti della mia vita, ero strafelice, lui aveva un sacco di interessi in comune, parlavamo (poi mi sono resa conto che ero io che parlavo e lui diceva si va bene) e stavo bene perché facevamo sempre cose interessanti. Dopo di lui ho passato un autunno e inverno allucinanti, ma come dice la princess è vero cacchio, bisogna scardinarsi da questo tarlo che ci mettono nel cervello che la vita è solo in coppia; non è vero. Se sei fortunato e trovi la persona della tua vita ( possibilmente in giovane età) magari ci riesci a costruire una famiglia…ma poi diventa difficile, vedo anch’io con claudio, gli voglio un bene dell’anima, ma a volte mi chiedo se non ci siamo troppo induriti entrambi, lui che sostiene di essere un animale solitario e io che mi butto in crisi per ogni parola infelice… Princess ti ammiro un sacco

  22. @Brown Princess&Marcus: in effetti mi sono espressa male. Non parlo di solitudine nel senso che tutti sono accoppiati e io no OH MIO DIO COME FARO’!!! Intendo solitudine tout court, quando gli amici son tutti in coppia ed escono rigorosamente con altre coppie, o hanno partner che non ti sopportano, e tu passi il tuo tempo allegramente finchè non ti rendi conto che la maggior parte delle tue conversazioni hanno come interlocutore un gatto. Oppure come quando ti trasferisci per amore e prima di essere riuscito a farti un giro non dico di amicizie, ma almeno di conoscenze, il tuo partner ti scarica.
    Essere single va benissimo. Essere soli, no.

  23. @mav
    Certo è un bel lapsus “lui aveva tanti interessi in comune”… La vita da soli ha un suo perché, come quella di coppia. Ma la vita di coppia non è facile… bisogna ragionare in due e per due (e se non c’è affinità sono guai). Il problema poi è che per la paura di ritrovarsi soli ci si adagia e si pensa che “tanto le cose si sistemano”… grave errore. La paura di stare soli poi dipende da che giro di relazioni abbiamo: se tendenzialmente siamo degli orsi ovvio che si pensa “dove lo trovo un altro”? Perché se è vero che di solitudine non è mai morto nessuno, morire soli non è bello… L’animale solitario probabilmente solo è e solo vuole rimanere. Come ho scritto “la solitudine non è un caso”.
    Sullo “stavo bene perché facevamo sempre cose interessanti” scusami ma stendo un velo pietoso: quante ne vedo che quando finiscono le “cose interessanti” non sanno più come tirare avanti… e certo così è facile, ma poi quando arrivano i PROBLEMI (ma quelli veri) che si fa? Ciccia…

    @elipiccottero
    Capito. Cambiare città per amore ed essere scaricate? Minkia ma tutte col lanternino girate? La solitudine… magari basta un blog (e passa la paura). Scherzo, ma basta ragionare: cosa fare per trovare nuove amicizie? Colleghi, iscriversi in palestra, ad un corso qualunque, andare al parco e stare ad aspettare… qualcosa succederà… l’importante è RENDERSI ATTRAENTI (lo so qui andiamo sul complicato).
    Sui giri sbagliati, scusa ma è ovvio che rimani tagliata fuori: se sei l’unica single in un gruppo di accoppiati le altre ti vedono come una minaccia e tentano di “farti fuori”… ti stupisci? Per il resto testa sulle spalle, e tirare dritto (lo so non è facile, ma piangersi addosso non ha mai risolto nulla). Infine ribadisco:
    1) meglio soli che male accompagnati
    2) di solitudine non è mai morto nessuno (ma morire soli non è bello)
    3) si sta bene con gli altri quando si sta bene da soli (e viceversa)
    4) la solitudine non è un caso
    Ciao.
    M

  24. CIAO SA30A, hai da fare il 23? E’ un sabato: ho un puntello per tutti e due. Ti va un giro a Venezia? :-)

  25. @elipiccottero
    Teatro? E’ perfetto! Mi saprai dire. E non solo per conoscere gente… ci saprai dire…
    In bocca al lupo!

  26. Salve a tutti, rieccomi dopo tre giorni di blackout internet.

    @marcus: sicuramente è come dici tu. l’altro ci piace per come pensiamo anzi, vorremmo che fosse…poi la dura realtà. E magari ci ostiniamo perchè abbiamo investito così tanto di noi che non vogliamo ammettere che ci siamo sbagliati.
    A me è capitato così. Ho iniziato a stare meglio quando ho ammesso a me stessa di essermi sbagliata e accettando la perdita di questi assurdi tre anni a rincorrere un fantasma.
    Tra l’altro il “meraviglioso uomo del ti meriti di meglio” a volte si fa vivo nella speranza di poter ancora prendere qualcosa da un rapporto che LUI ha voluto chiudere.
    Quindi: @sa30a: non vedo nessun raro momento di verità, solo un parassita che vuole prendere senza dare. Uno che mi dice che merito di meglio non viene di tanto in tanto a bussare alla porta per vedere se c’è ancora qualche caramellina da prendere…
    Scusate ma a volte gli uomini sanno raggiungere i minimi storici della decenza (non generalizzo ovviamente)…

  27. @marcus: finora ne è scaturito uno spettacolo brevissimo perchè abbiamo recitato concitatamente e stravolgendo il copione (ma il pubblico non se n’è accorto), una serata divertente e la bellezza di tre uscite nella prossima settimana… si spera che l’effetto non si esaurisca 😉
    @lucy: direi che nell’illuderci che l’altra persona sia diversa da com’è in realtà siamo tutti piuttosto bravi, ma saper respingere i ritorni in cerca di briciole è già un buon segno.

  28. Ieri qualcuno mi ha riportato alla memoria un concetto meravigliosamente interessante: l’ASINTOTO.
    Avete Presente?
    vi ricordate le superiori? il piano cartesiano, x e y, le funzioni, le curve, per ogni x che tende?
    Beh, semplificando, l’asintoto è quella curva che tende-infinitamente-a una retta, senza però mai raggiungerla.
    Matematicamente è una cosa che manda ai pazzi, Achille e la Tartaruga, come diavolo è possibile essere sempre più vicini, sempre più vicini, sempre più vicini, e non toccarsi?
    Umanamente è una cosa comprensibilissima, e, pare, comune.
    Il problema è dargli un nome.
    C’è chi la chiama solitudine. C’è chi la chiama libertà. c’è chi la chiama sfiga, destino, natura, Dio, essere liberi, essere stati abbandonati.

    Io vario. Ogni tanto una cosa, ogni tanto l’altra.
    Resta di fatto che se devo scegliere proprio una parola, ma una sola, quella che mi viene in mente, e che mi sembra le tenga un pò tutte insieme, è PAURA.
    Non per il concetto in sè, che come tutti i concetti non può che essere meravigliosamente affascinante.
    per quest’idea del dominio degli eventi…che siamo assimilabili, appunto, a delle funzioni matematiche…
    Non è semplicemente spaventoso, questo?
    Noi che, diversamente da loro, POTREMMO, sfuggire, ci accontentiamo invece di fare le funzioni, di pronunciare parole come “inevitabilità”, “Io non ti so dare ciò che vuoi”, “io voglio”…
    Noi, che potremmo dire sempre “imparo”, noi, che siamo così vasti, così potenziali,noi, che potremmo essere tutto, ci accontentiamo di essere così, di essere rette, o curve, di intersecarci sopra un piano se capita, o anche no.

    Quando ci penso mi viene da chiedermi che diavolo ne stiamo facendo, allora, della nostra umanità. è soprattutto questo che mi fa paura.
    Chi diavolo stiamo diventando, per non dover subire l’angoscia di soffrire, per non correre il rischio di ferire, od al contrario per non stare soli, oppure per restare liberi…?
    Chi ci mantiene in mente quest’idea fuorviata, fuorviante, che ENTRAMBE le cose non si possano, che nella vita ci sia A o B, il piano delle X e il piano delle Y, che proprio al massimo, ma proprio a voler stare larghi, si può arrivare ad essere UN PIANO, ma LO SPAZIO, LO SPAZIO no… e il tempo? la 4^ dimensione?…men che mai…

    è questa castrazione atavica, autoimposta, impulsiva, che mi spaventa.
    Questa tendenza a pensare che uomo e donna siano sicuramente un FATTO, ma molto meno un FARSI.

    Abbiamo ancora il diritto, noi, di chiamarci CREATURE? (Participio Futuro…)

    Quello che mi spaventa si, è che è tutto senz’altro molto comprensibile, molto vero, forse persino “giusto”… però mi sembra così altrettanto disumano.
    è proprio questo il prezzo che si deve pagare, per essere vivi? quello di mettere da parte la propria umanità?

    Io vorrei stare da sola. E vorrei certo stare anche in due.
    Mi sta sul cazzo questa bipartizione in soggetto-oggetto e attività e passività.
    Tra me e te sceglierei la cosa in mezzo, tra retta e piano lo spazio, tra tante cose quella che ancora non conosco, e di sapere un giorno quello che oggi non so.
    E ammettere l’arbitrio. Smettere di parlare di “necessità”.
    e amarsi o no, da soli o in compagnia, però a ciascuna delle cose un nome, perchè questo è scelto, non perchè questo è.

    “tra bufalo e locomotiva,
    la differenza salta agli occhi,
    la locomotiva ha la strada segnata,
    il bufalo può scartare di lato e cadere,
    questo decise la sorte del bufalo, l’avvenire dei miei baffi, e il mio mestiere”

    (F.De G.)

  29. @Elipiccottero
    Dai non sono mia 50 repliche!
    @Lucy
    Si nel blackout ci sono finito dentro di brutto lasciamo perdere…
    Premesso che IMHO nei casini le colpe sono per parità almeno 50/50, è che quando l’altro si accorge che si sta recitando una parte che non è la sua… cosa vuoi che succeda?
    Ovvio, di qua è il mondo che crolla e la cruda realtà che esce, ma uno che può fare? Più avanti si va peggio è…
    Il problema mi sto rendendo conto è che si tende a mitizzare il rapporto (nel senso che l’entusiasmo ce lo fa vivere come il migliore dei rapporti possibili: io tarzan-tu jane, o più prosaicamente io il principe-tu la principessa, ecc.ecc.) salvo poi rendersi conto di stare con una persona qualunque che il caso ci ha fatto incontrare, dove ci siamo illusi che fosse quello giusto e ci abbiamo costruito sopra un bel castello.
    MA ALLORA? NON C’E’ SCAMPO? Si, basta essere consapevoli che nella media andiamo tutti bene… salvo accorgersi che lo stare bene sta nelle piccole cose, e non nei sogni. E’ che ci facciamo traviare da una sacco di MITI che ci fanno perdere di vista la realtà (cruda): che in tutte le cose ci vuole impegno, che bisogna sapersi accontentare, che se le cose vogliamo che vadano bene qualcosa tocca farla anche a noi (ma anche all’altro)… e anche così non è detto che vada tutto bene…

  30. Scaturisce un commento dalla mia immensa stima per la matematica e le “scienze esatte” in genere: sono incantata dal commento di Mabh. Ma non ce l’hai un blog pure tu?
    @Marcus: accontentarsi? Ma giammai! Se il tiramisù mi piace “cosìcosì” perchè me lo dovrei mangiare? Solo calorie e grassi A GRATIS! Godimento gran poco.

  31. SDAASDASDAASD,
    Mabh, odio fare il professorino, con tutti tranne che con te: l’asintoto E’ la retta a cui tende una generica funzione (la curva)o meglio, l’asintoto è il valore in cui la funzione perde di significato.
    In un piano bidimensionale è una retta, tridimensionalmente è un punto, ma possono esserci piani asintotici, quadrimensionalmente è un buco nero.

    Morale della favola

    Tendiamo tutti al buco nero.

  32. Meraviglioso accorgersi della tragicità della propria abissale ignoranza.
    ma spiegamela meglio.
    Il valore in cui la funzione perde di significato =? quand’è che la funzione ha un significato, ergo quando lo perde?
    si accettano consulenze telefoniche, anche.
    Grazie.

  33. @Mabh
    Hai ragione anche tu. Ma che cos’è che ci fa paura? Secondo me è la responsabilità. Ci vuole del coraggio a fare in modo che tutto funzioni, a farlo ogni giorno, e sempre con la stessa persona. Che poi ci si aspetta lo stesso dall’altro, e a volte (spesso) non succede. Perché l’altro/a che maturo non è, anzi è irresponsabile, manco se le pone certe domande. E allora la paura diventa certezza. Certo, dovremmo essere anche noi a mettere dei paletti, a mettere le cose in chiaro, a dividerci le RESPONSABILITA’. Invece viviamo nel mito del grande amore, che tutto va a posto da solo, che basta uno sguardo “e ci si capisce” (si, succede a volte, ma mica sempre) e allora poi ci sono i patatrac…

  34. @marcus: credo la vita sia fatta di illusione e disillusioni, fa parte del gioco. ma credo anche (sarò romantica ma ci voglio ancora credere) che esista la possibilità di trovare una persona “affine”, ossia qualcuno che guadi nella stessa direzione, che (come dici tu), si voglia assumere la responsabilità di provarci, che non trova gusto nella menzogna o nel prenderti in giro 8come non ci trovo gusto io). Forse la incontriamo o forse no, oppure ci inciampa davanti e manco la riconosciamo, ma perchè non sperare? nella media non credo che andiamo bene tutti (non sarebbe amore ma adattamento), credo che in media ci voglia una gran botta di c..o a trovare la persona che fa al caso nostro.
    credo che avolte sarebbe meglio smettere di essere cervellotici sul fatto che siamo soli (prima o poi lo siamo tutti), e vivere con più semplicità gli incontri e gli abbandoni, perchè la vita è fatta di questo, di un divenire tra due estremi, non un estremo o un altro.

  35. Salve a tutti e scusatemi se mi infilo nel dibattito. Prima di tutto Sa30A grazie per il tuo blog. E’ sempre un piacere leggerti. Ma grazie anche a tutti i tuoi frequentatori, che postano commenti intelligenti e mai banali. Sulla discussione credo che in parte tutti abbiate ragione. Il punto è che la vita è fatta così. A volte incontri la persona sbagliata e ci investi tempo e speranze e amore. Poi questa ti molla, magari dopo qualche anno, magari perché ti tradiva da mesi con un’altra. E quando ti sembra di vivere un incubo. Poi, riflettendo, ti accorgi che lo sapevi già. Che te ne eri accorta. Che sapevi che sarebbe successo. Solo che non volevi vederlo. E allora stai peggio. Ma intanto cresci. E il dolore dell’abbandono (o dell’essere ritornati liberi) è utile. Perché forgia il carattere e di certo ci rende persone migliori. Indipendentemente dal sesso tutti soffriamo e sì, dipende sempre dall’impegno che abbiamo messo nella relazione. Il perché succeda credo che, come Marcus ha scritto, sia quasi sempre una questione di immaturità di lui, di lei, o magari di entrambi. Dal mio personalissimo punto di vista credo che per me l’essere stata abbandonata sia stata una benedizione. E’ accaduto dopo quattro anni e a farlo è stata la persona che reputavo il mio migliore amico dopo vari tradimenti e con la frase fantastica “ti ho anche dedicato tempo”. Ma poteva capitare fra mesi. Anni. Poteva andare peggio. Almeno mi ha aperto gli occhi. Ora è finita e IO posso riprendermi la mia vita. Con cinismo, forse. Ma sempre con la testa alta di chi ha dato cento e si è comportata bene. Non è la fine del mondo. E’ solo una pagina che, guardando indietro, finalmente si è chiusa. Ce ne saranno altre. E se non ci saranno. Beh, io sono sempre stata la mia migliore amica. Un saluto a tutti.

  36. @Lucy
    Il mio “vanno tutti bene” era un paradosso: non è mica vero. Lo è se non avessimo interessi, hobby, passioni e culture diversi: è questo che ci rende differenti. E per trovare quello giusto sì, ci vuole una gran botta di culo. La tombola è quando si è giusti a vicenda… che il vero problema è quello.

    @Emma
    Ciao Emma, benvenuta (faccio gli onori di casa, il blog non è mica mio però… :-)
    Ecco la conferma di quello che dicevo sopra: il trovarsi a vicenda. Nel senso che a te andava bene il tuo lui… tu a lui no (e infatti ti tradiva). Meschino il non volerlo ammettere, e fare finta di niente… Cmq l’importante è capire dagli errori, i tuoi in primis, e poi degli altri: prevenire è meglio che curare. E dovremmo fare più attenzione ai “segnali”, che la vocina che ci avvisa dell’iceberg c’è sempre, ma noi come al solito vediamo sempre e solo la punta (salvo poi quando ci andiamo a sbattere…).

  37. @Emma
    Ti faccio una domanda difficile (se ti va): ti sei chiesta (e gli hai chiesto) perché ti tradiva? Che lo capisco da sposati dopo anni e anni di matrimonio dove può capitare che il rapporto si spegne. Ma tradire da fidanzati proprio non lo capisco… che senso ha?

  38. @Brownprincess
    Chi si accontenta gode, non lo sai? Ci si accontenta non solo dell’altro, ma anche di noi stessi. Altrimenti non si sta mai in pace, e inseguiamo i sogni e le nuvole… ma la vita è qui, sulla terra!

  39. Per Marcus. Sì, l’ho chiesto. E tante volte. Faccio una premessa. Lui, 45 anni. Io 35. La sua amante, 25. Cosa mi ha risposto? Che quello che lo legava a lei era un amore speciale. Come se il nostro non fosse che carta straccia… ma lasciamo perdere. (pensarci un po’ prima no???? Dico, non ti ho mica legato con la catena… rispettami!!!!!). Credo in sostanza che non sia mai stato innamorato di me. La ragazzina (l’ho scoperto solo dopo il patatrac) lo aveva scaricato e lui aveva bisogno di un tappabuchi. Perché non la migliore amica quindi? Quella che c’è sempre stata per tirarlo fuori dai guai? Mi spiace solo di averci buttato via tre anni della mia vita. Non che siano stati tutti così, per inciso. Tre anni che non mi ridarà mai nessuno. Capiamoci. Io non sono il genere di donna che si vuole sposare ad ogni costo. Non ho mai chiesto nulla. Ho sempre pagato per me, non gli ho mai chiesto di portare le mie cose a casa sua. Ho sempre rispettato i suoi spazi. Il punto è stato il non accorgermi di come lui non rispettasse i miei. Il mio errore è stato prima di tutto nei miei confronti. Il mio unico rammarico è che non sono più sicura di volermi ancora aprire con qualcuno. Per il momento preferisco il mio gatto.

  40. @Mabh
    😉 va là che non sei ignorante e lo sai, è che la scienza è un ramo dell’intelletto sottovalutato.
    Una funzione perde di senso quando entra in un paradosso.
    Un paradosso è l’infinitamente grande o l’infinitamente piccolo o tutti e due combinati tra di loro.
    Più semplicemente, dividere qualcosa per zero, o moltiplicare per infinito fa “scoppiare” una funzione, ma se ci pensi,fa scoppiare qualsiasi cosa, ed è qua che intervengono i limiti, le derivate (che non sono altro che descrittori di velocità) e le serie (che non sono altro che descrittori di fotofinish).
    L’argomento è vasto, e non sai quanto la matematica si sposi bene alla filosofia e all’attualità, e quanto uno possa trovare analogie con il vivere comune.
    Ora stacco, vado a ubriacarmi

  41. “chi si accontenta gode” mi sembra un po’ una banalità. Concedimelo, Marcus.
    Sono abbastanzinina contenta di me, ma non troppo eh! Guai! Che la volontà di miglioramento (in tutti i sensi, e Sì: ANCHE ESTETICO) sia sempre una motivazione. E ovviamente ciò vale anche per il lavoro, la scelta delle amicizie, le mie attività extralavorative etc…
    Perchè dovrei accontentarmi di un uomo? Perchè dovreste accontentarvi anche voi dei vostri compagni. Forse siete di bocca troppo buona (MA NON CREDO).

  42. @BP
    Appunto, la virtù sta nel mezzo: accontentarsi… ma non troppo! Migliorarsi sì ma senza affanno, che altrimenti non è più un piacere, ma un’ossessione. Si in questi termini sono d’accordo.

  43. @Emma: credo che ci siano due tipi di tradimenti: quelli con una ragione e quelli senza. Il mio ha tradito tutti e tutto, fino a tradire me e se stesso, per un unico motivo, profonda insoddisfazione di sè, e profonda vigliaccheria, per cui meglio tenere il piede in trecento scrape che non andare scalzi. La verità è che la paura della solitudine ce l’abbiamo un pò tutti, solo che la si affronta diversamente. Alcuni preferiscono soffrire un pò ma rimanere fedeli a se stessi e al genere umano, altri si venderebbero la madre…
    Credo che sia meglio mantenere la rotta verso quello che siamo piuttosto che quello che vogliamo (l’amore dipende d noi solo al 50 %, quello che siamo dipende da noi al 100%)
    scusate sto sragionando…

  44. @Lucy
    “L’amore dipende da noi solo al 50 %, quello che siamo dipende da noi al 100%”
    Questa me la scrivo

    @BP
    SA30A mi sa che è scappato in Brasile…

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