Logica femminile (o femminista?)

Qualcuno o meglio ancora qualcuna – visto che si tratta di donne e la materia per me è ostica – mi spiega graziosamente come fanno le seguenti due frasi

“Noi donne siamo più mature di voi uomini, e maturiamo prima”

“Ho trentotto anni, abito e ho sempre abitato con mia madre”

a coesistere placidamente nella stessa persona e nella stessa conversazione? Perchè a me sembrano litigare l’un con l’altra, ecco, ma forse sono soltanto un maschietto e certe logiche mi sfuggono.

Ah, prima che lo chiediate. La ragazza (si, ragazza direi) lavora stabilmente in banca. Quindi non provate a rispondere “magari poverina è precaria”.  Lavora e ha uno stipendio migliore del mio.

15 thoughts on “Logica femminile (o femminista?)

  1. Ah-ehm una logica c’è: non ha nessuna intenzione di convivere/sposarsi, oppure il malcapitato dovrà vivere con la madre.

  2. Quando un essere di sesso maschile incontra un essere di sesso femminile in età fertile e non legata a vincoli di carattere familiare e/o altro, l’essere di sesso maschile compie un’accurata scannerizzazione in tempo reale del soggetto a lui contrapposto e, se si nota, in alto a destra del soggetto femminile appaiono tutti i “valori vitali” fondamentali per il prosieguo dell’incontro in un verde led molto vintage. Quando il soggetto di sesso femminile ha superato i 33 anni di età e risulta ancora abitare presso la mamma, si può notare in basso a destra comparire una scritta lampeggiante rossa indicante un “warning” oltre a vedere lampeggiare nel medesimo colore rosso acceso il contorno della figura di cui sopra.

    Cordialità

    Attila

  3. Ahahah concordo con Attila (che tra l’altro ho trovato simpaticissimo).
    E’ questione di carattere chiaro, ma Trollone mio carissimo, sappi che il mio suggerimento è SCAPPARE.
    E pure a gambe levate.

    Poi però mi unisco anche io e vediamo di smaltire codesta Pasqua disastrosa u.u (ma tanto goduriosa, taaaaanto!)

  4. Condivido con quanto scritto sopra, soprattutto maturità non coincide necessariamente con età….. non vorrei sembrare pesante e offensiva, ma un conto è chiamarsi donna e un conto è esserlo…. e mi sa tanto che questa fanciulla non rientra tanto nella seconda categoria 😀

  5. Forse, ma che più forse non si può, la mamma della tipa in questione ha bisogno della stretta vicinanza fisica della figlia per qualche valido motivo…ma comunque cara mia 38enne, perchè dare fiato nel 2010 ad un luogo comune trito e ritrito, con parole perfettamente standardizzate più finte dei soldi del Monopoli, antipatico e ben confutabile, come quello della presunta maggiore maturità a priori di chi ha la vagina invece di chi ha il pene???? Saluti, un’allibita Neofanta

  6. premetto che capito su sto sito per la prima volta e quindi forse cado un pò come i cavoli a merenda, dato che magari i toni del dibattito sono altri, o tra voi ci si conosce meglio…
    però pensavo che la storiella è divertente e che, come forse quasi tutto al mondo, si potrebbe guardare da almeno due prospettive…
    si potrebbero dare almeno due risposte.
    la prima la do così, con un occhio superficiale, un pò terra terra, e non è nemmeno un granchè originale : uno che dice due cose del genere nello stesso discorso o non ha capito un cazzo della maturità o non ha capito un cazzo del vivere coi genitori.
    la seconda la penso un pò di più…e allora mi chiedo (ti chiedo, vi chiedo?)
    potrebbe darsi che ci siano più modi in cui si parla – ognuno per sè o in relazione al rapporto uomo/donna- di maturità?
    chiarifico…
    è che forse quando diciamo maturità intendiamo cose diverse…
    e magari lei intende sapere scendere fino al centro delle cose, sapersi guardare dentro, e saper tornare a galla, e magari andarci, a vivere da soli, ma magari anche chiedersi perchè, a che serve in generale, e a che serve per sè stessi, la solitudine, l’indipendenza. e forse poi scoprire pure che in fondo ha più paura di non avere vincoli che di averli…ed è la stessa cosa che le fa cercare un uomo, è la stessa cosa che la fa “andare verso”…
    e magari lui intende saper risolvere i problemi, e fare le cose più o meno normalmente, e non buttare sempre tutto in tragedia, e non farsi troppe pippe mentali. uscire, lavorare, pagare l’affitto. mangiare,cinema, scopare. stop.
    perchè si fa così…perchè si cresce,così.
    è giusto. that’s all. e uno che non sa stare da solo non sa stare nemmeno in compagnia, e non è maturo manco un pò.
    e magari entrambi hanno un pò ragione…è che nessuno vive come l’altro…nessuno vive LE COSE come l’altro.
    così Lei non riesce a capire cosa ci sia di bello in un rapporto in cui non ci si da tutto, sempre, completamente (e mi deve corteggiare, mi deve accettare, mi deve capire, mi deve realizzare i desideri, me li deve addirittura anticipare),in cui non si vive l’altro così in fondo da non sapere più dove comincia…
    E lui non riesce a capire cosa ci sia di bello in un rapporto in cui ci si asfissia la vita e tutto è in funzione reciproca, lo spazio proprio, lo spazio dell’io, è stretto in una morsa che lo schiaccia fino ad esaurirlo…
    e senza l’io come si fa, il noi?
    e se c’è l’io che senso ha, il noi?

    La seconda la penso e allora mi dico…che in fondo forse tutta questa distanza, questa differenza, è una cosa minimale eppure essenziale…CURIOSITà,quella vera, di quando si è bambini…dello scoprire le cose non per dargli un nome ma per farle nostre…
    per superare lo scarto…
    finchè non si incontra qualcuno, con cui non si sa bene che cosa, non si sa bene xchè…
    ma si trova il modo di coincidere…
    qualcuno per cui l’uomo si fa donna e la donna uomo, e ognuno trasfigura e smette i suoi bisogni, ne trova altri, ne trova di nuovi…
    e magari quel qualcuno non dura mica per sempre, magari non è nemmeno l’amore…soltanto ispirazione…è ispirazione…magari fa anche male, magari è crisi, e concentrazione per uscirne…
    e allora…allora, forse, davvero si cresce.

  7. @xlthlx: io ho un’altra visione, ben più malvagia, della sua logica:
    – rapporto assolutamente simbiotico con la madre, per la serie ogni sua decisione passa da lei, altrimenti detto “compri uno paghi due”;
    – scarso desiderio di vivere la vita di coppia e scarsa indipendenza
    – scarso interesse per… ehm… cose che si fanno male quando hai l’anziana madre che ti dorme nella stanza accanto

    …e sono talmente malvagio che ti chiedo: com’è che una donna che a 40 anni vive con la madre “non è necessariamente immatura” mentre un uomo che a trent’anni sta ancora coi suoi è un “mammone”? il rapporto con la madre (propria e altrui) è un punto su cui anche la ferrea logica di una donna intelligente SCIVOLA.

    Oddio, ho scritto donna intelligente. Avvelenato82, frustami, FRUSTAMI!! :-)

    @Attila: mi ricordi il video “sto studiando sai per diventare gay” di Mines. In effetti quando una donna mi dice “abito con mia madre” e lavora… oddio… certi valori vanno fuori scala :) con tanto di segnalatore luminoso.

    @Pansina cara: si, fuggo. A passo di corsa. Un po’ di jogging insieme? tu porti il casatiello, io quei tordelli ripieni di patate che… erano buoni!

    @Sara: il legame tra “maturità” e “età” è molto più lasco di quanto non si creda di solito. Certo è che se vedo una donna di 40 anni o una ragazza di 25 sono portato a pensare che la donna di 40 abbia un vissuto maggiore, ma come testimonia il “caso in esame”, non sempre il vissuto viene VISSUTO o viene metabolizzato per la crescita della persona.

    @Neofanta: io la vedo “molto forse”, ma investigherò. Sono pronto a rimangiarmi tutto, ovviamente. Il luogo comune delle “noi siamo piu’ mature e maturiamo prima” mi dava già fastidio quando era in bocca a una ventenne, sentirselo dire da una quarantenne è peggio di strusciare una forchetta su una lavagna :)

    sa30a

  8. Sarà pure un caso ma questo posto è sempre più frequentato da donne :o)))
    Detto questo e quotato Miss per quanto riguarda la simpatia di Attila,
    che propongo di coinvolgere nel pranzo dell’8 maggio (se si farà..Miss??)
    penso che, fatte salve le “aggravanti” quali mamma sola non indipendente,
    mamma sòla,mamma malata, il resto è anche in questo caso sa incasellare nel-
    la sezione “mammona”… tutto qui :o)

  9. @Mahbina: il tuo discorso non mi piace per niente. La maturità è maturità, è un discorso a 360 gradi che comporta il vivere, saper vivere, sapersi relazionare, saper… sapere. Non puoi dividerla in una maturità “profonda, emotiva, romantica” e darla a priori alle donne e in una maturità “del piffero” modello “paga le bollette e dammela” e darla agli uomini.

    Non funziona così. Fai un sacco di discorsi belli relativi al cercarsi, alle differenze, al non soffocarsi, e soprattutto sulla giusta differenza tra “io” e “noi”, ma la premessa è sbagliata.

    @Lipo: il posto è frequentato da donne, giustappunto perchè qui sono al sicuro dalle mie tenere zampette :)

    Fatte salve le eventuali attenuanti credo proprio che comunque a 38 anni uno debba sentire un anelito di indipendenza forte. Se non lo senti, si, sei oggettivamente mammona.

    sa30a

  10. sei proprio sicuro che sia stata io a dividerla in una maturità “profonda, emotiva e romantica” , quasi di serie A, di sicuro appannaggio femminile e una “del piffero”, di serie B, di sicuro appannaggio maschile? perchè a me non pare di aver mai classificato questi due atteggiamenti come più o meno pregevoli l’uno rispetto all’altro.
    non solo non l’ho scritto, ma non lo penso…
    anzi, il motivo per cui ho scritto, e ciò che di seguito ho specificato, è proprio che non si tratta affatto di dare una qualifica di giusto o sbagliato, di buono o cattivo…
    si tratta forse, con più onestà da parte di entrambi i sessi, di ammettere che esistono delle differenze di percezione, di elaborazione (lo ripeto, DIFFERENZE non significa che chi lo fa in un modo lo fa MEGLIO e chi in nell’altro PEGGIO), e che probabilmente prenderne atto e viverle con curiosità reciproca invece che come una gara a chi ha meno limiti ci farebbe stare meglio…

    Perciò te lo domando di nuovo, sei proprio sicuro che certi giudizi vengano da me?
    te la butto lì come una proposta, poi prendila come vuoi…
    potrebbe darsi che invece certe cose io non le abbia dette e tu ce le abbia viste? e potrebbe darsi che anche questo sia un frutto del fatto che ci approcciamo alle cose in modo diverso,facendo caso a idee, o persino a parole, diverse?
    e potrebbe persino darsi che forse se ognuno, quando incontra l’altro, provasse a pensare in modo un pò più “interrogante”, che non “affermativo”, magari ci si avvicinerebbe di più di quanto non si faccia ora?

    spero che tu non recepisca anche in queste mie parole una critica, o una difesa di Genere…
    mi riconosco nelle caratteristiche del mio, questo non significa che le reputi tutte onorevoli…
    confesso di non capire alcune delle vostre, questo non significa vi reputi inferiori…
    purtroppo – e lo dico con estremo rammarico e non per farne una colpa a qualcuno, ma magari per riflettere- si è dato storicamente in modo molto più frequente e fondato che sia stato un certo modo “antropocentrico” di concepire il mondo a porre l’altro sesso in condizione di subalternità…che ciò possa dirti qualcosa sulle intenzioni che le mie parole avevano è relativo…temo che dovrai semplicemente scegliere se fidarti o no della mia totale assenza di pretese a perorazione di causa.
    lo farai?

  11. Beh, mabhina, “e magari lei intende sapere scendere fino al centro delle cose, sapersi guardare dentro, e saper tornare a galla[…]
    e magari lui intende saper risolvere i problemi, e fare le cose più o meno normalmente, e non buttare sempre tutto in tragedia, e non farsi troppe pippe mentali. uscire, lavorare, pagare l’affitto. mangiare,cinema, scopare. stop.”

    Se mi dici che il tuo era un “lei-lui ipotetico” e magari anche invertibile, allora ovviamente il discorso cambia. Però i pronomi nel tuo discorso c’erano, e ben chiari :)

    Le “coppe vuote” pensano non tanto in modo interrogativo, ma *passivo*. Porsi delle domande sai cosa significa? significa prendere una cosa che non capisci o che non conosci e volerla incasellare in uno dei propri scomparti. I propri scomparti derivano dall’esperienza, e sono necessariamente limitanti.

    Un po’ come i bambini che cercano ostinatamente di infilare il cerchio nella formina del triangolo, ecco. E’ un comportamento, giustappunto, puerile. Non mi pongo più domande e non affibbio più etichette, prendo quello che arriva e regalo quel che ho.

    Non ti preoccupare delle tue parole, qui il dialogo è libero ed è libera anche la ribattuta. Se avverto qualcosa nelle tue parole che per me “stride” te lo faccio notare, ma senza affibbiarti etichette o infilarti in una delle caselline del mio passato. Tu parla libera, e riceverai risposte libere :)

    sa30a

  12. mica tanto libere, purtroppo…porsi delle domande, concordo, significa infilare le cose in delle caselle…oltretutto mi sembra un pò autoreferenziale, porle agli altri, farsele porre, non lo trovo così “violento” come lo descrivi…fare una domanda vuol dire forzare un cerchio a infilarsi in un quadrato? perdona la mia stupidità ma sinceramente non lo seguo…
    forse lo è se la domanda è retorica o si aspetta una risposta già data, ma in tal caso non si tratta propriamente di una domanda, credo…le mie almeno non erano fatte a tal scopo…erano oneste, come domande, mi dispiace se sono parse altrimenti.
    la passività è una alternativa, sicuramente…credo che qualunque ricerca, se condotta con la disponibilità a NON TROVARE sia tanto tazza vuota quanto la non ricerca…ma ovviamente puoi ritenermi meno vuota di te, più -come tu dici che non poni etichette- “puerile”. :-)
    per quanto riguarda i pronomi certo che li ho usati e li ho volutamente connessi ad atteggiamenti diversi che trovo intercambiabili fino a un certo punto, ma ad essi non era collegato un giudizio di valore.
    se dico che la donna tende a porsi certo tipo di problemi e darsi certo tipo di risposte e l’uomo certi altri e certe altre sto dicendo che uno dei due ragiona meglio?
    anche qui…se l’ho fatto chiedo venia, ma non capisco come.
    se in più nel dirlo aggiungo (e lo ridico, e lo rimarco) che si tratta solo di uno dei milioni di possibili punti di vista, nè più sano nè più vero, solo uno che POTEVA essere espresso, di nuovo, dico che è IL PUNTO DI VISTA?

    ti ringrazio molto di concedermi tanta libertà d’espressione, e tanta libertà da eventuali preconcetti.
    in effetti il modo in cui mi rispondi mi fa davvero sentire “a casa” 😀

  13. Ora mi piace di piu’ :)
    farsi delle domande talvolta è sete di conoscenza, talvolta è sete di ricondurre l’ignoto a una fattispecie conosciuta, per renderlo meno complesso e fare meno fatica. L’esempio delle formine dei bimbi è la seconda opzione, ovviamente.

    Qui hai tutta la libertà che vuoi, davvero: se ti fraintendo, chiedo. Se usi parole che non mi piacciono te lo faccio notare, ma con tutta la serenità di questo mondo, e per amore di confronto, non per desiderio di farti virare verso di me.

    Chiudiamo la querelle su pronomi, frasi, e altro perchè rischiamo di scivolare nella sofistica. Sentiti a casa qui, e torna spesso. Ho ancora tanti argomenti in canna di cui parlare, appena avrò finito lo “sfogo” che durerà qualche giorno.

    P.S. aggiornamenti: sta con la madre perchè è “anziana” (70 anni? anziana?) e non vuole lasciarla sola. Ok, la prossima :)

  14. @Single: Sui genitori “anziani” che vogliono le figlie “fuori dalle scatole”, ma loro rimangono ad “accudirli” con le unghie e con i denti ci si potrebbe fare letteratura…

    Rinnovo le cordialità

    Attila

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