Le buste al supermercato

Post allegro, chè ho voglia di sorridere oggi.

Le mie conoscenze femminili sono divise: un buon 50% è concorde nel ritenermi una zoccola. In effetti sono giocherellone, se non addirittura zoccola nel senso più stretto del termine. Mi piace giocare ed un cervello che regge le mie stoccate e mi risponde a tono è uno dei modi più rapidi per farmi partire per la tangente.

E uno dei modi migliori per “zoccolare” è al supermercato. Dove un uomo solo ha più o meno la stessa frequenza di una tigre siberiana nel deserto del Nevada.

Faccio la mia brava spesa con le brave maledizioni (dedicherò un pensiero in futuro alla “spesa per single”, c’è da bestemmiarci su) e mi appropinquo alla cassa. In coda, come sempre accade al supermercato e soprattutto a quel supermercato, sono circondato di donne. Donne sole, donne con bimbi al traino (forse sole, forse no), donne alla cassa.

Carrello bello pieno… “mi darebbe cinque buste per gentilezza?” e inizio a imbustare.

Solo che il carrello non è abbastanza pieno, a quanto pare… e avanzano due buste. La cassiera mi guarda, mi sorride, mi dice in modo molto disponibile “guardi, se vuole gliele storno”.

“Non importa” rispondo io “le uso comunque le buste, mi fanno comodo”.

Sorride. Mi rendo conto di avere un bel po’ di sguardi addosso. Due cassiere, e tante donne vicino.

“Del resto” aggiungo “da quando sono rimasto solo ho imparato tante cose. Lavo, stiro, faccio le pulizie… ma a prendere il numero di buste giuste quando faccio la spesa, ancora non sono capace. Imparerò, prima o poi”.

Ho ricevuto una pletora di sorrisi, che spaziavano dal tenero al materno.

Forse si, sono un po’ zoccola.