Le buste al supermercato

Post allegro, chè ho voglia di sorridere oggi.

Le mie conoscenze femminili sono divise: un buon 50% è concorde nel ritenermi una zoccola. In effetti sono giocherellone, se non addirittura zoccola nel senso più stretto del termine. Mi piace giocare ed un cervello che regge le mie stoccate e mi risponde a tono è uno dei modi più rapidi per farmi partire per la tangente.

E uno dei modi migliori per “zoccolare” è al supermercato. Dove un uomo solo ha più o meno la stessa frequenza di una tigre siberiana nel deserto del Nevada.

Faccio la mia brava spesa con le brave maledizioni (dedicherò un pensiero in futuro alla “spesa per single”, c’è da bestemmiarci su) e mi appropinquo alla cassa. In coda, come sempre accade al supermercato e soprattutto a quel supermercato, sono circondato di donne. Donne sole, donne con bimbi al traino (forse sole, forse no), donne alla cassa.

Carrello bello pieno… “mi darebbe cinque buste per gentilezza?” e inizio a imbustare.

Solo che il carrello non è abbastanza pieno, a quanto pare… e avanzano due buste. La cassiera mi guarda, mi sorride, mi dice in modo molto disponibile “guardi, se vuole gliele storno”.

“Non importa” rispondo io “le uso comunque le buste, mi fanno comodo”.

Sorride. Mi rendo conto di avere un bel po’ di sguardi addosso. Due cassiere, e tante donne vicino.

“Del resto” aggiungo “da quando sono rimasto solo ho imparato tante cose. Lavo, stiro, faccio le pulizie… ma a prendere il numero di buste giuste quando faccio la spesa, ancora non sono capace. Imparerò, prima o poi”.

Ho ricevuto una pletora di sorrisi, che spaziavano dal tenero al materno.

Forse si, sono un po’ zoccola.

11 thoughts on “Le buste al supermercato

  1. Allora:

    a) non è solo il 50% della componente femminile che ti conosce a ritenerti una zoccola. Io ti ho sempre considerato tale e sul tuo meretricio si potrebbe scrivere una tesi di laurea (o vànne orgoglioso, ora…);

    b) nel gioco infinito delle seduzioni cerebrali e non, le cassiere del supermercato non valgono, considerata la plateale difficoltà che spesso hanno nel sintonizzare le loro sinapsi, non certo per il mestiere che svolgono -capirai cosa ci vuole a far passare un codice a barre!-, ma per la scarsa empatia che si genera con il cliente.
    Generalmente le domande sono sempre due: “Ha la tessera punti?” (No, però ciò questo popò di collo di papero!) e “Bancomat o carta?” (basta guardare il marchio Cirrus o Visa);

    c) i supermercati sono luoghi di puttanésimo, ma è notorio che non ci si batte un chiodo. Le cassiere hanno sempre la fede all’anulare, ecco perché ti guardano strano (“Poverino, questo qui mangia le minestrine della Knorr riscaldate, io invece la do al mi’ marito che mi sgargàna bene bene…”).
    Il senso materno è preludio alla non trombatio (se no sarebbe incesto!)

    d) i supermercati sono luoghi femminili, non al femminile. Sono delle riserve in cui l’uomo è ammesso, non gradito. Più o meno l’opposto speculare del barbiere, che quando entra una donna sembra che venga apposta a rompere i coglioni e nel 99% dei casi è così…

    Dammi retta, Palle…

  2. Ahahaha! Ruffiano schifoso! Ti sei scordato “so anche rammendare i calzini, però ogni tanto sbaglio e mi ci cucio il prepuzio sopra!!!” :-DDDDDDD

  3. Tu sei sicuramente una zoccola, ma noi donne abbiamo la sindrome da crocerossine, diciamo la verità!!
    Bastano le famose paroline “sono rimasto solo e la mia ragazza mi ha lasciato” ed è l’inizio della fine (salvo il caso in cui l’uomo sia un mostro, nel qual caso non funziona neppure la zoccolaggine).
    O chissà…forse sarà il brivido dell’uomo che vive da solo.. è una razza in estinzione..:)

  4. Ahahahahaaaa!! Secondo me sei semplicemente un mito. E anche uno che non ha certo difficoltà a accaparrarsi le simpatie delle signore supermercatesi. Certi esseri davvero non meritano la solitudine, secondo me.

  5. Da come faccio la spesa io, tutti si accorgono che sono uno affetto da “nomadismo salutista” (vista la mia propensione ai cibi ipocalorici e a far vedere che non uso un fornello durante la settimana lavorativa da eoni, in quanto sono sempre sballottato da un posto all’altro) , per cui noto sempre un certo disprezzo da parte di tutte le astanti, commesse alla cassa comprese…

    Cordialità

    Attila

  6. Eheh, episodio molto carino. Da notare però il quasi totale mutismo muliebre.
    Credo che zoccolare, fare battutine e anche (a volte, eh) battutacce sessual/politicamente scorrette sia una giusta, sana libertà da potersi prendere di tanto in tanto. Non posso che applaudire.
    Saluti, Neofanta

  7. Da sempre sento dire che il supermercato è un posto in cui si acchiappa, ma ho sempre immaginato che il luogo comune si riferisse alle corsie e non alle casse.
    Se c’è una situazione in cui mi sforzo di essere gentile è con le cassiere del supermercato, fanno un mestieraccio: la parola alienante potrebbero averla inventata per descriverlo, e quello scarno dialogo che si instaura non lo vedo esattamente adatto per il flirt.
    Diversa è la situazione davanti agli scaffali, dove tra clienti si può iniziare un dialogo tra pari e probabilmente serve meno slancio di quello che servirebbe in un locale la sera.
    Poi c’è il carello, che con il suo contenuto descrive l’essere umano che lo spinge meglio di come potrebbe fare egli stesso…

  8. Da sempre sento dire che il supermercato è un posto in cui si acchiappa, ma ho sempre immaginato che il luogo comune si riferisse alle corsie e non alle casse.
    Se c’è una situazione in cui mi sforzo di essere gentile è con le cassiere del supermercato, fanno un mestieraccio: la parola alienante potrebbero averla inventata per descriverlo, e quello scarno dialogo che si instaura non lo vedo esattamente adatto per il flirt.
    Diversa è la situazione davanti agli scaffali, dove tra clienti si può iniziare un dialogo tra pari e probabilmente serve meno slancio di quello che servirebbe in un locale la sera.
    Poi c’è il carello, che con il suo contenuto descrive l’essere umano che lo spinge meglio di come potrebbe fare egli stesso…

  9. Confermo, se a Roma vai al supermercato il lunedì verso le 19 è una cosa da perdere la testa!
    Donne single che fanno la spesa in tailleur e tacchi appena uscite dall’ufficio, donne sole in cerca d’amore, e tu che fai la spesa da solo con gli occhi divisi tra scaffali e culi…
    Io facevo spesa solo il Lunedì sera, e spesso non sono tornato a casa da solo o a mani vuote…

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