Mi hanno fatto male / epilogo

Se nella vita commetto azzardi e mi va male, sarà la Vita stessa ad aiutarmi, punendomi. Ma se non commetto azione alcuna, chi mai mi aiuterà?

Questo era il mio status su facebook prima di ricevere un certo qual messaggio, e devo dire che sono stato profetico. Oppure “intuitivo”, come ha avuto modo di dire la pulzella oggetto degli ultimi tre post.

E’ giunto il momento di tirare il fiato e fare due riflessioni, a mente fredda. Nel mondo  dei sommergibili nucleari militari, la prima cosa che il comandante chiede quando succede qualcosa di spiacevole al mezzo navale è lo stato del reattore. Questo perchè dal reattore nucleare dipende tutto, specialmente la cosa più importante per un sommergibile, che è la capacità di tornare a galla.

Bene, la sala macchine riporta zero danni. Il cuore – reattore è felicemente inscatolato nella sua gabbia toracica, non è stato sfiorato (poggiarmi le mani sul petto non basta, no) e non ha riportato danni di sorta. Non solo è intatto, ma è migliore, ha imparato cose nuove. Forse un filino ispessito, ma per le analisi di dettaglio aspettiamo ancora un po’.

Ha imparato che dando senza chiedere non ti poni in una condizione di inferiorità, ma esprimi al massimo la tua forza. Dando tutto quel che hai al momento, senza limiti, senza misure, senza dietrologie come una vera coppa vuota sei… libero. Forte. Paradossalmente meno vulnerabile, perchè nessuno può sottrarti quel che non hai, neanche con gesti cattivi come quello che mi è stato fatto. Proprio perchè per me non ho mai trattenuto niente.

Ho imparato che nella mia vita c’è una persona bella che dice cose sagge: “Se sono a posto con la mia coscienza perchè ho fatto tutto quello che potevo fare, non soffro per la fine di una storia”. Un conto è sentirselo dire, un conto è rendersi conto di averlo fatto proprio e averlo vissuto. Le verità sono un regalo immenso, specie quando le assimili. Grazie, ragazzina. E io che ero venuto per un karkadè…

Sapevo già che nella vita esistono donne che fingono interesse. E sono tante. Esistono donne che fingono l’orgasmo. E sono troppe. Ma una donna che finge la felicità? mai vista. Perchè doveva esser finta, altrimenti al netto di un autolesionismo profondo non scappi da una situazione che ti rende felice. Tutte a me le perle rare, eh? :)

Ho imparato che i rapporti che crei senza aspettative sono rapporti sani. Sono sani quando li vivi e sono sani quando finiscono. Se avessi avuto aspettative per tutto quello che ho fatto per lei adesso starei piangendo sangue, invece sono sereno. Altra lezione metabolizzata: dare per dare, mai per ricevere. Sempre, e comunque.

Ho imparato che nel ventunesimo secolo esistono madri di famiglia assoltuamente non in grado di portare rispetto, di parlare di sentimenti ed emozioni, di comportarsi in modo diverso da una quindicenne ai primi amori. Ho imparato che non bisogna dare niente per scontato neanche guardando età, stato di famiglia e dimensione della cervice uterina. Bisogna sempre guardare tutti con occhi nuovi, per far si’ che molte non paghino le colpe di poche.

Ho imparato che sono più forte di quanto pensassi. E il tutto perchè ho imparato ad essere passivo. Quando lei mi diceva “guarda che ti farò male” e le rispondevo sereno “non ti preoccupare di me. Tu non puoi farmi niente di male, davvero” adesso so che quella consapevolezza non è figlia di una costruzione filosofica a tavolino, ma è metabolisi profonda di un nuovo modo di vivere la vita.

Ho imparato che ho fatto un bel lavoro su di me, e che situazioni che in un momento di debolezza maggiore mi avrebbero fatto a pezzi invece mi lasciano più perplesso – o arrabbiato – che non dolorante.

 

Intendiamoci, a mente serena, passato lo shock dell’inatteso, cosa ho perso? una ragazza che emotivamente è ancora una bambina. E mi spiace tanto per lei, per la strada che ancora deve fare, e che per come sta rigirando la sua vita non farà.

Ma io non sono un crocerossino. Sono un uomo, solo un uomo. Nihil aliud.

Cosa mi hanno fatto? male? NO. Non mi hanno fatto male. Mi hanno sorpreso, si, hanno provato a tagliare, si, hanno tolto la terra da sotto ma non mi hanno fatto male perchè ero leggero. Il mio patrimonio emotivo è lo stesso di prima. Il mio rapporto con me stesso è lo stesso di prima. Mangio come prima. Non mi sono neanche buttato sulla cioccolata! Sono come prima, se non migliore.

Mi hanno fatto male? NO. E io andrò avanti, come e più di prima, fino al giorno in cui chiuderò il libro davvero.

24 thoughts on “Mi hanno fatto male / epilogo

  1. Sono dell’idea che uno a subire le cattiverie ci faccia un po’ il callo. Sviluppi una sorta di insensibilità difensiva, un modo come un altro per non morire dissanguato. Non farsi coinvolgere per non subire le conseguenze. Ti capisco, purtroppo. Solo che è brutto essere costretti a chiudere il rubinetto per evitare il peggio. Finisce che non si vive più la storia col sentimento, e questo è piuttosto triste. Triste almeno quanto la cattiveria del mondo che ti costringe a certe azioni.

  2. Bongio, non è corazza: non voglio ne’ deflettere ne’ assorbire i colpi.

    E’ *trasparenza*: mi faccio trapassare. Non fa tanto male, davvero.

  3. Sì, sì, avevo inteso, solo che probabilmente mi sono spiegato male: il focus della mia osservazione non era tanto il tuo comportamento, quanto piuttosto la cattiveria del mondo. Quello che lo provoca, insomma. E’ brutto (sebbene lodevole) essere costretti a dare senza pretendere.

  4. @Bongio: Non si tratta di chiudersi o di togliere qualcosa agli altri, si tratta piuttosto che quando arrivi a una fine, anche se non era quello che volevi, tiri le somme e se hai la consapevolezza che non hai niente di cui rimproverarti perchè sei stato coerente e sincero con gli altri e soprattutto con te stesso, e sai che tutto quello che poteva dipendere da te l’hai fatto (in parole povere se puoi guardarti allo specchio con umiltà ed essere orgoglioso di te stesso), anche il dolore passa in secondo piano. Questo non significa che non soffri, perchè se hai provato un sentimento, anche minimo, o comunque ritenevi che quella persona fosse meritevole di averlo, non puoi eserne insensibile, ma hai una forza che ti spinge ad andare avanti e ad andare oltre… io ho passato una situazione molto simile giusto 10 giorni fà… dopo un anno che stavo con una persona di cui mi fidavo ciecamente per alcuni aspetti, mi sono sentita dire che forse non era una persona adatta ad una relazione (sottolineo dopo un anno e dopo aver affrontato questa problematica un anno fà prima di cominciare), e che io avevo una situazione troppo grossa x lui (perchè ho una bimba, cosa anche questa che sapeva sin dall’inizio)… beh non posso dire che non ci abbia sofferto, ma da un lato la delusione che ho provato nei suoi confronti e soprattutto, e dopo l’essermi messa in discussione per capire se avevo delle colpe anch’io e non aver trovato niente di cui rimproverarmi (a detta anche sua), ho tirato un sospiro di sollievo, perchè ero comunque contenta di me stessa e questa era la cosa più importante… puoi mentire a chiunque ma non a te stesso.
    Ma con tutto questo, non m limiterò mai a dare quello che ho da dare al persone che verranno poi e continuerò ad amare nello stesso modo, incondizionatamente, perchè magari avrò una persona che si merita tutto di me e non è giusto he debba pagare “i limiti” di un altro… ogni persona è un mondo a sé…. singleatrentanni quando rivuoi una tazza di karkadé sai dove trovarla… sono contenta di averti lasciato qualcosa, perchè sei una persona che lo merita davvero 😀

  5. T’hanno fatto male, va bene.

    Ma chi o cosa> t’ha fatto male? La ribollita un po’ acida che era nel frigorifero da tre giorni? Le “moroidi” (come le chiamava il mi’ nonno)? Le ulive nere di Grecia amare appestate? Parla (stronzolo!)…

    Le donne son così, se escono con te per una seratina a base di lectura dantis, magari con gli enjambements tutti sbagliati, con tanto d’accompagnamento di chitarra classica, hanno bisogno di portare una amica con sé (della serie: “Tu per me non sei un oggetto sessuato”).

    Te lo ricordi quando ti portai un’amica a casa? Che io stavo con leilì che mi disse “Sai, c’è un’amica che è rientrata dall’America, è sola a Livorno, poverina, un cià nissuni, si porta anche lei da Sa30a?” (va bene, non lo sapeva ancora che ti chiami anche “Sa30a”, ma tanto favaini) e che l’amica era quel che si suol dire un gran bel tronco di potta? Ecco, secondo me bisognerebnbe sempre concentrare l’attenzione sulle amiche… Ma ero giovine.

    Ora lo so che il tuo harem-blog ne va giustamente schifato, ma ritengo che aver sbavato per una che alla prima uscita ti schiaffa lì l’amica sia fin troppo. Quanto meno all’amica avrei chiesto il numero di telefono, hai visto mai… Dottoreeeeeeeeee, la pontura per la prostata un me la fa staseraaaaaaaaa???

  6. Valerio, me la ricordo bene quella ragazza che portasti a casa. ‘zzo se era carina :) tutta fissata con gli americani coi capelli lunghi, però, io non mi qualificavo proprio!

    Chiedere il numero di telefono all’amica, vista l’amica, è autolesionismo. Per carità, brava, buona, single, laureata, conservatorista ma… oddio, non ci siamo proprio. Zero cura di sè, e per me questo è più importante di molte, molte cose.

    Per stasera massaggio prostatico, caro. E grazie per il gradito omaggio :)

    sa30a

  7. ahi ahi ahi… brutta storia…ma quanta amarezza…
    magari è un’impressione tutta mia però mentre da un lato scrivi di non essere rimasto poi così “male”, pare che sotto sotto emerga un tono più di amarezza che di sorriso.
    sei uscito con una, che ha avuto comportamenti un pò strani, contraddittori, se vogliamo pure infantili, e che alla fine ti ha detto “non vediamoci più”.
    Tanto basta per tramutare l’uomo coppa vuota – capace di guardare avanti senza pretese di pienezza, dunque senza poter essere svuotato oltre- nell’uomo che racconta di una donna che finge la felicità, nell’uomo che non risponde a un messaggio perchè “tanto cosa si risponde ad una decisione?”?
    mmm…xchè qualcosa fa attrito?
    e soprattutto: perchè l’uomo coppa vuota esce con una donna nonostante la febbre e la diarrea?
    forse, nonostante tutto, ha ancora dei desideri?

    nessuno me l’ha chiesto, ma al posto tuo non accartoccerei la cosa come se fosse un capitolo da chiudere…se non c’è davvero nessun rancore nei suoi confronti perchè non risponderle: “non ti preoccupare, si vede che non era il momento.”?

    lei ti ha riscritto…vuol dire che un pò le dispiace aver lanciato il sasso e tirato indietro la mano…e che in fondo è preoccupata della possibilità che tu sia ferito…
    una persona pessima si preoccuperebbe?
    no.
    ok, d’accordo, una ottima non ti ferirebbe affatto.
    probabilmente lei sta semplicemente nel mezzo…ha delle pulsioni, dei desideri, delle confusioni…le va di farsi trascinare, ma avrà anche paura, un figlio di 10 anni, un fallimento dietro… dovrà chiarirsi le idee su sè stessa.
    Giustamente non a tue spese, e questo è vero, e tu devi tutelarti…
    ma la coppa vuota ha ancora bisogno di tutela?
    ha ancora bisogno di stare lontano da tutti coloro che non sono coppe vuote? di guardare loro con più o meno indifferenza?

    p.s. questo blog mi conforta…mi fa pensare che l’età adulta in fondo è veramente tutta una proiezione…
    capitava anche a voi da bambini di pensare: “io a 30 anni…” e giù con chissà che aspettative di crescita, di maturità e realizzazione?
    😀
    quanto dovremmo ridere di più…quanto.

  8. Mabhina, mi mancavano le tue provocazioni e la tua lingua tagliente :)

    Vediamo di risponderti con ordine, per poi concludere, si, con una nota personale.

    Amarezza invece che sorriso: non sono mica un superuomo, sai? con questa ragazza sono uscito, e nonostante certi suoi atteggiamenti stavo bene. La paura sua, certi atteggiamenti infantili suoi che ho reso in chiave ironica sono parte del percorso di una coppia che nasce. Li ho raccontati, certo, ma non erano un problema altrimenti sarei scappato io. Logico che se con una persona esci, bene o male viene su qualcosa dalla vicinanza, e poi questa persona se ne va un pizzico di amarezza te la lascia. Poi sta a te dire “è amarezza perchè mi aspettavo di più da lei” o “è amarezza perchè non c’è più”.

    Il salto logico nel tramutarmi in un uomo che non risponde a un messaggio non l’ho capito. Da lei non mi sono mai aspettato niente, ho dato quel che ho avuto da dare e ho preso quel che mi ha voluto dare. Tutto qui, “coppa vuota” è questo. Quando una persona ti caccia fuori dalla sua vita significa che non ti vuole più dare niente. E’ normale che non la cerchi.

    Ripeto, non sono un superuomo algido. Anzi. Piango, rido, godo e soffro come tutti. Solo, sto cercando di imparare a soffrire per motivi diversi.

    Per l’uscita con la diarrea… ragazza, abbi pazienza, ma i motivi per cui sono uscito con lei nonostante la diarrea sono scritti chiari. Se non li hai letti e mi accusi di essere uscito con lei “perchè avevo dei desideri” vuol dire che non mi vuoi leggere, e mi stai analizzando secondo le tue proiezioni, e non secondo quanto dico.

    Rancore nei suoi confronti non ce ne è, se mi vuole trovare sa come farlo. Se ha bisogno di parlare con me, mi trova. Ha il mio indirizzo di casa, di lavoro, il mio cellulare e il mio contatto su facebook. Se mi vuole parlare, mi trova. Se mi vuole dare delle spiegazioni, mi trova. Se vuole una ricevuta di ritorno per il suo “ti mollo”, possibilmente per tranquillizzare la sua coscienza, questo *non è un problema mio*. Non sono una istituzione di beneficienza: sono un uomo con dei desideri. Uno dei quali è il confronto e la comprensione: se non me li vuoi dare va bene, ma non puoi *pretendere* che io mi comporti come vuoi solo perchè hai la coscienza poco pulita perchè, oggettivamente, potevi comportarti meglio. Bada bene: non “meglio” in senso di “potevi restare con me”, ma “meglio” in senso “potevi almeno non mancarmi di rispetto a quel modo”.

    “una persona pessima si preoccuperebbe?” ma vedi, io mica ho mai detto che questa persona è pessima. Questa fa parte delle tue proiezioni che mi vuoi affibbiare, ma non ci sono. Non ho mai fatto dei giudizi su di lei, la ritengo una bella persona e non rinnego niente. Salvo il fatto che quando ha chiuso questa storia l’ha fatto con la maturità emotiva di una quindicenne. L’ho scritto, e lo riscrivo. Ma è e resta una bella persona.

    Non è persona ottima chi non ferisce. Tutti feriamo. Anche io ho fatto soffrire delle persone. Ma… “est modus in rebus”, porco cane :)

    Tutelarsi: no, non ho bisogno di tutelarmi. Non voglio proprio farlo, se mi tutelo, divento un altro. Non mi voglio tutelare da lei, lei ha tutto il tempo e il modo di chiarirsi con se’ stessa e di certo non ho mai detto ne’ pensato che l’ha fatto a mie spese (ancora: questa è una cosa che TU mi metti in bocca. Non mi piace). Lei fa le sue scelte in serenità, o in assenza di serenità. Se avesse provato il bisogno di cercarmi per farla assieme a me, l’avrebbe fatto. Non l’ha fatto? mi spiace. Mi spiace davvero. Per me, per noi, ma soprattutto per lei.

    “il mio blog ti conforta”. Sono felice. Qui a detta tua siamo tutti trentenni con proiezioni di crescita, maturità e realizzazione. Menomale che ci sei tu a riportarci sulla terra :)

    Nota personale: tu salti alle conclusioni. Non ti periti di provare a capire, non ti periti di porti nelle condizioni dell’altro, spesso non leggi e ti occupi solo di trovare incoerenze negli atteggiamenti altrui, di andare sul personale, e finisci tutto con una nota di “sminuimento” degli altri che sono tutti “immaturi anche se si proiettano trentenni maturi”. Credo che su questa tua visione di nichilismo cosmico potresti lavorare un po’ meglio, e anche sull’area di superiorità emotiva e intellettuale che traspare da ogni tua parola. Ti poni su un altro piano, e non tutti riescono ad apprezzare. Io stesso, che sono piuttosto mansueto come carattere, faccio un po’ di fatica a leggere dietro il tuo tono. Forse vuoi pensarci su?

  9. lo farò di certo, il tuo cortese astio è sicuramente uno stimolo, per me.
    mi duole solo che nelle mie parole si legga un desiderio di far trasparire una superiorità che non mi sento addosso, che mi si veda come una che da commenti su un gruppo senza sentire di farne parte…non è affatto così che mi sento, evidentemente però non sono capace di comunicarlo.
    non intendevo, non ho inteso affatto, scrivere di come immaginavo la mia vita da grande per fare del sarcasmo bieco…
    probabilmente il fatto che qui ci siano tolti i toni non aiuta, specie nel caso in cui (e mi sembra stia succedendo proprio questo) chi mi legge vuol per forza dare a tutte le mie parole un’accezione tagliente che non sempre hanno. che sicuramente stavolta non avevano.

    tanto per la cronaca poi quando scrivo qui, lasciando un commento, non vuol essere nulla più che questo: un commento.
    non ti affibbio niente, parlo in libertà perchè, e probabilmente sbaglio, non mi aspetto di trovarmi di fronte a qualcuno che mi legge ponendosi sulla difensiva, come se lo stessi continuamente giudicando…
    Ma hai ragione, se questo accade, molto probabilmente, è perchè in qualche modo sbaglio io in dei modi di comunicare e ci rifletterò.

    io so poco di te, quasi niente…
    e ti assicuro che non giudico NIENTE di ciò che fai, o dici.
    ci penso, mi vengono delle domande, te le faccio.
    non sono provocazioni.
    provocare cosa poi? e perchè?
    me ne viene un vantaggio a criticare la tua vita, o te?
    mi dispiace se questo è tutto quel che passa…
    ma tant’è.

    mi dispiace se sono passata alle conclusioni.
    temo che in questo caso lo stia facendo anche tu, almeno su di me…ma magari lo dico solo perchè sono Provocatoria e tagliente, non lo so.

  10. e per l’inciso…
    quel che penso è:
    1) che non essere un superuomo ti faccia onore
    2) che non essere algido ti faccia onore
    3) che uscire con una persona nonostante la diarrea ti faccia onore
    4) che avere dei desideri ti faccia onore
    5) che scrivere questo blog ti faccia onore
    6) che sentire ancora il bisogno di sfogarti, anche se diversamnte, ti faccia onore
    7) che monitorare quelli che vedi e valuti come “tuoi progressi” ti faccia onore

    sprecherei il mio tempo per amor di polemica, altrimenti?

    ma di tutto questo non ti arriva proprio niente, eh?

    avrai ragione, sono io che sbaglio, forse a volte è meglio stare zitti.

  11. Mabhina, mi arriva quel che dici :) il tuo commento a cui ho replicato era un (bel) po’ caustico, questi ultimi due invece no.

    Se non riusciamo a comprenderci al volo, vorrà dire che faticheremo un poco di più, non che devi dirmi “meglio stare zitti”. Parla: come ti ho già detto se dici qualcos che non mi piace te lo faccio notare, tutto qui :)

  12. Io penso che l’approccio perfetto ad una relazione da single sia racchiuso nella parola “sportivamente” (che poi uno si ritrovi con figlia e mutuo trentennale dopo un tot di anni è un effetto collaterale, ma questa è un’altra storia).

    Vado a spiegare: se durante i primi mesi la prendi “sportivamente”, risulti molto più rilassato e, per contro, dai l’impressione di non voler creare dei legami così “emotivamente vincolanti” che fanno scappare la tizia minimamente insicura. Certo anche “sportivamente” poi si può incorrere in infortuni, ma si affronteranno con uno spirito diverso. Faccio due esempi contrapposti: sei sul lavoro, in ambito professionale, un tuo collega particolarmente simpatico, per fare il brillante ti mette la gambettina, tu inciampi, ma non cadi, solo che tutti ridono e tu ti senti in imbarazzo, la questione ti ferisce; stai giocando a calcetto, lo stesso collega particolarmente simpatico, ti entra in modo deciso mentre stai tirando e ti prende la caviglia, il male fisico è evidente, probabilmente, essendo sbilanciato al momento del tiro, c’è la possibilità che tu stia assaggiando il terreno, ma la questione finisce lì, fa parte del gioco, magari un paio di bestemmioni glieli tiri addosso, ma non ci penserai troppo su una volta uscito dagli spogliatoi, al contrario della situazione precedente.

    Praticamente è la stessa cosa nelle relazioni che iniziano: se le prendi troppo “professionalmente”, ogni leggero infortunio diventa una questione vitale, mentre se le prendi “sportivamente” anche il contatto più “duro” può essere dimenticato in fretta perchè fa parte del gioco, perchè “alle volte si danno e alle volte si prendono”, anche se certi ruoli (notare bene) prevedono di prenderne molte di più rispetto a quante si possono dare.

    Cordialità

    Attila

  13. Attila, sono più che sportivo, anzi, sono molto “easy” per questo genere di cose.
    Prendo quel che arriva, do’ quello che posso, e non pretendo assolutamente niente. Logico che gli sgambetti fanno arrabbiare, in un modo o nell’altro, quando sono gratuiti.

    Io ho fatto anni di pugilato, per cui ho un rapporto col dolore che è buono anche a livello fisico. So che alle volte ne prendo, so che ne do, e ho la coscienza di quante sono in grado di darne per cui cerco di darne il meno possibile.

    Ciò non toglie che farsi cacciare a pedate da una persona senza un perchè e un percome, dall’oggi al domani, *da’ fastidio*. Fastidio perchè ti nega anche la possibilità di capire dove hai sbagliato. E lasciamo perdere le bojate del “non sei tu, sono io”: sono giustappunto bojate.

  14. Mi mancavano i tuoi post, come mi mancava quella tua capacità di farmi ridere e piangere allo stesso tempo.
    E’ bello ripensare (dopo… oddio quanti saranno… 9??!) dopo anni e anni che ci conosciamo che io e te siamo fatti con lo stampino :)
    Mi rammarico solo del fatto che, togliendoci dallo stampo, non ci abbiano lasciati “azzeccati”, che sarebbe stata cosa buona e giusta 😉
    Dico questo perchè come al solito magari certe cose non ce le diciamo ma operiamo nello stesso modo: entrambi ci siamo lanciati stile kamikaze per la voglia di dare e poi, fermi e lucidi, abbiamo tirato le somme.
    Queste somme all’inizio sono il risultato perfetto dei fattori che abbiamo messo in gioco e di quelli, vedi cuore, a cui abbiamo fatto giocar la partita ma solo nel recupero di 1′ del secondo tempo (perchè sennò pare che siamo distaccati e non lo vogliamo mica!).
    Ora io a questo punto spero che questo nostro essere uguali si fermi qui perchè io sono già allo step successivo e devo dire che non è piacevole :/

    Mi riallaccio al discorso delle amiche fatto un pò più su nei commenti: MAI e dico mai farsela con le amiche/amici di qualcuno! al 90% incontri piattole, approfittatrici e gente pronta a far quello che ha fatto l’altra se non peggio. Questa non ve la so spiegare perchè non me la so spiegare manco io (:D) ma la faccenda va sempre a finire così 😉

    tesoro mio un bacio luuuuungo e appassionato :)

  15. @piccolo fiore: ma grazie :) sono circa nove, in effetti, e non sono pochi.

    Ti rammarichi del fatto che ci siano qualcosa come settecento chilometri tra noi due o del fatto che tutte le volte che vieni a Pisa mi giri prudentemente alla larga? no, sai, perchè io ho ancora un lenzuolo legato al dito :)

    L’attitudine di gettarsi nelle cose è quella giusta secondo me, logico, teniamoci sempre un 5% in tasca che è quello che ci permette di conservare un minimo di lucidità per guardare la situazione anche dall’esterno. Poi, logico, puoi fare entrare il cuore quando vuoi. Basta che non si lamenti coi giornalisti se poi deve uscire.

    Step successivo? tu che sei una donna felicemente accoppiata da millenni? mi sono perso qualche passaggio.

    sa30a

    P.S. deve essere davvero lungo il bacio per arrivar finqui 😛

  16. Non ti giro alla larga 😛 Sai che i miei tempi sono strettissimi quando vengo lì purtroppo :(
    Il lenzuolo tienilo legato che prima o poi lo scioglieremo 😉
    Lo step successivo è quello della resa dei conti, che non sempre tornano anche se sono passati millenni perchè si sa.. le attitudini e il modo di affrontare le cose sono diversi e io non sempre mi ci raccapezzo anche se resto testarda 😉
    ps: E’ lunghisssssimo! :)

  17. … forse questa è davvero pazza…. ad essersi lasciata scappare uno come te o forse solo aveva in testa qualcun’altro e non le andava di prenderti in giro… forse non è pronta a nessun legame perchè quella parola per lei è l’inferno…. forse questa donna ha la maturità emotiva di una quindicenne e l’anima marchiata a fuoco da una relazione quindicennale, che definire schiavistica, è un eufemismo… forse si sta disperando da giorni per aver perso un amico… benedetto relativismo!

  18. @Piccolo Fiore: sarà otto anni che aspetto di sciogliere ‘sto benedetto lenzuolo. E’ diventata una parure da casa colonica con otto nuclei familiari dentro, ne frattempo.

    Il momento della resa dei conti, quando arriva, coglilo. Sennò fai come me, che ho donato i migliori otto anni della mia vita a una donna, e alla fine della fiera mi sono ritrovato con una coppa vuota in mano.

    @mirho’: non è pazza, fidati. Le cose le sa, e le sa perfin chiare. Non sono nè bello, nè benestante, nè socialmente “accettabile”, quindi tranquilla che non è li’ che piange lacrime amare perchè non ci sono più. A quanto pare non sono neanche *bravo a letto*, visto che è scappata con una strana scelta di tempi, ecco :-)

    Rapporti tra me e lei non ce ne erano. Niente di codificato, niente di scritto, nessun impegno. C’era una voglia disumana, quello si lo ammetto senza vergogna, di starle vicino, di farla sorridere, di farla vivere, di trattarla come la principessa che era per me. Ma non c’erano impegni, non l’avevo legata, non le ho neanche chiesto l'”esclusività”, è sempre stata libera di fare quel che voleva.

    Non so perchè se ne è andata. Non lo saprò mai: non me l’ha mai detto, non si è mai peritata a confrontarsi con me, mi ha solo fatto capire – quello si, senza mezzi termini! – che dovevo sparire, hic et nunc. Posso solo supporre.

    Spero solo che sia felice senza il fardello della mia “ingombrante” presenza, o felice senza un uomo come me, che evidentemente non era alla sua altezza da nessun punto di vista (vuoi la bellezza, vuoi lo status sociale, vuoi la condizione economica), o felice – se la rende felice – correre dietro ad un uomo che va da lei, si *svuota i coglioni* (again, chiedo scusa per la raffinata metafora), e poi torna dalla moglie.

    Io l’ho sempre trattata come la principessa di tutte le donne, finchè l’ha voluto. E se non lo vuole più, non sarò certo io a negarle ciò che vuole.

    Diciamo che è stato il mio ultimo regalo per lei, ecco. Avevo un’ametista, ma l’ho ingoiata.

  19. “Ho imparato che sono più forte di quanto pensassi”. Carissimi trentenni (o giù di lì: vedo che qualche altro/a quarantenne come me c’è…), devo dirvi GRAZIE. Leggervi, in questo periodo, mi sta dando una bella carica per affrontare una situazione tosta, per avere coraggio e saper osare la singletudine (“single di ritorno”!), rifiutando che mi vorrebbe trasformare in amante. Rischio, rischio la solitudine (per quanto? Quando mai rifarò l’amore, accidenti?), coem tanti di voi qua dentro che hanno imparato/stanno imparando a vivere con dignità il non avere -à present- un compagno/a.
    Per il sesso senza amore -ma almeno attrazione sì- di cui dicevate in un vecchio post… boh… un universo tutto da scoprire, non saprei da che parte cominciare; però sarebbe curioso provare, almeno una volta nella vita, e sganciarsi dall’ossitocina che mi prende post coitum e dura a luuuungo..

    p.s.(vecchio posto) non ho mai finto un orgasmo (perché le donne ne parlano quasi come di una cosa “normale” che priam o poi hanno fatto tutte?!). Non ne sono capace (ma non eticamente! Proprio tecnicamente! Credo che mi metterei a ridere, dandomi della ridicolissima da sola)

  20. uff! Ho riletto e ho trovato dei refusi (che/chi; posto/post; coem/come). Poi il Di Stefano mi bacchetta!
    Però ventitré si scrive con l’accento…

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